Lazio

Antenne, i comitati chiedono voce al tavolo del Campidoglio

Quel parallelepipedo grigio spuntato sul tetto di via dei Querceti, al Celio, è diventato il simbolo di una città che non vuole più “antenne calate dall’alto”. Lì, a due passi dal Colosseo, un impianto di telefonia apparso all’improvviso ha scatenato proteste, raccolte di firme e flash mob.

Un caso clamoroso, ma non isolato. Da Marconi a San Saba, dall’Infernetto al Giardino di Roma, i cittadini lamentano la stessa cosa: nessuna pianificazione, nessuna condivisione, solo pali e ripetitori che spuntano nei quartieri senza preavviso.

Il tavolo del Comune (senza i cittadini)

Per provare a mettere ordine, l’assessora alle Attività produttive Monica Lucarelli ha avviato un tavolo tecnico con l’obiettivo di rivedere le procedure e coordinare i diversi uffici. Ma a quei tavoli, denunciano i comitati, la voce dei cittadini non è stata invitata.

“Prima dell’estate sono stati convocati due incontri, ma non ne conosciamo gli esiti”, lamenta il coordinamento “Stop antenne senza pianificazione”, che riunisce decine di realtà sparse in tutta la Capitale. “Il piano viene discusso con le compagnie telefoniche, ma non con chi vive sotto le antenne. Ancora una volta, i cittadini subiscono le decisioni”.

Un piano cancellato, poi promesso

La polemica non nasce dal nulla. Già con il nuovo regolamento comunale sulle antenne, approvato lo scorso anno, era saltata la norma che prevedeva un piano territoriale della telefonia mobile: una sorta di mappa per decidere dove collocare gli impianti e dove invece evitarli.

Un articolo cancellato dalle norme tecniche di attuazione, che ha scatenato le proteste. Ora, dopo il clamore del caso Celio, il Campidoglio ha riconosciuto la necessità di correre ai ripari e tornare a parlare di pianificazione vera.

Cosa sta facendo il Campidoglio

Dall’assessorato Lucarelli spiegano che “si stanno completando alcuni passaggi organizzativi interni, anche in raccordo con la componente urbanistica, per gestire in modo coordinato l’intero iter procedurale”.

Nel frattempo, è in arrivo una novità: uno sportello telematico aggiornato e integrato nel SUAP, che permetterà di presentare online le domande per le antenne. L’obiettivo è rendere tutto “più semplice, digitalizzato e trasparente”.

Un altro fronte aperto riguarda le schermature: il Comune vuole evitare nuovi “pugni nell’occhio” come quello del Celio, puntando su soluzioni architettoniche meno invasive e più rispettose del contesto urbano.

“Partecipazione, non buone intenzioni”

Il problema, però, resta la partecipazione. “Serve un vero coinvolgimento, non solo dichiarazioni di principio”, scrivono i comitati in un appello pubblico indirizzato all’assessora. “Altrimenti il principio di partecipazione si riduce a un mero proponimento”.

E mentre in Campidoglio si moltiplicano tavoli e bozze di regolamento, fuori dai palazzi continua a crescere la rete dei cittadini che chiedono una cosa semplice: essere ascoltati prima che un’altra antenna spunti sopra le loro teste.

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