>>>ANSA/Ursula nel mirino ma lo strappo con i Socialisti rientra – Altre news
+++AGGIORNA E SOSTITUISCE IL SERVIZIO DELLE 21:02 +++
(dell’inviato Michele Esposito)
Concretamente varrà poco o
nulla. Politicamente potrebbe essere un bivio per l’intera
legislatura. A mezzogiorno, poco prima di salpare per le ferie
estive, l’Eurocamera si riunirà per la mozione di sfiducia nei
confronti di Ursula von der Leyen. Il blitz è stato ordito da un
Carneade delle cronache brussellesi: il romeno Gheorghe Piperea,
eurodeputato di Aur e dei Conservatori. In quella mozione,
tuttavia, si è concentrata tutta la tensione che, da mesi, segna
la maggioranza Ursula. L’accusa, da parte di Verdi, Socialisti e
Liberali, è ormai invariata: il Ppe, con la più classica della
politica dei due forni, non tiene fede al patto europeista.
L’ira dei Socialisti questa volta sembrava avere un seguito con
una plastica astensione ma, dopo una lunga riunione serale, lo
strappo con von der Leyen è rientrato. “Abbiamo ottenuto il
Fondo Sociale” nel bilancio pluriennale, hanno spiegato fonti di
S&D.
Per la numero uno dell’esecutivo europeo – nonostante il Ppe
in mattinata avesse nuovamente fatto asse con l’estrema destra
sui target sul clima – è stato così scongiurato uno scenario:
vedersi votare quasi compattamente a favore solo Popolari e
Liberali. I pontieri, alla fine, hanno avuto la meglio. Ma in
Aula, i Socialisti rischiano di perdere pezzi. Qualcuno potrebbe
comunque astenersi. E’ in Ecr che si annida invece una seconda
sorpresa. I meloniani non hanno ancora sciolto le riserve ma
l’ordine di scuderia, al momento, sarebbe quello di seguire
l’indicazione di Nicola Procaccini: nel dibattito sulla sfiducia
lunedì, il co-presidente di Ecr si è detto contrario al blitz
dei suoi colleghi di gruppo. Ha parlato di posizione personale
ma la sensazione, già in quell’occasione, è che si trattasse di
una indicazione di partito. L’esito del voto di fiducia, quindi,
potrebbe vedere FI, Fdi, Pd con la maggioranza Ursula, M5S e
Lega contro.
I gruppi, mercoledì pomeriggio, hanno fatto nuovamente il
punto. Nessuno si è sbilanciato, ciascuna delegazione attende la
mossa dell’altra. Il no di Fdi alla sfiducia dei sovranisti
legherebbe a doppio filo Giorgia Meloni – che votò contro la
presidente della Commissione al Consiglio europeo, seguita dalla
sua delegazione al Pe – alla maggioranza Ursula. La spaccatura
con la Lega in Europa sarebbe plastica. Dall’altra parte
dell’emiciclo, i Socialisti a lungo in bilico tra lo strappo
(l’astensione) e il voto pro-Ursula. “Il nostro gruppo ha
chiesto un segnale chiaro di impegno e di conferma della
maggioranza pro-europea a von der Leyen e ci aspettiamo questo
segnale concreto prima del voto”, ha avvertito Elly Schlein. La
segretaria del Pd si è fatta interprete della linea più
intransigente all’interno di S&D ma, alla fine, il gruppo di
Iratxe Garcia Perez, trascinato dalla compagine spagnola e
governista, ha deciso di dare un’altra chance alla numero uno di
Palais Berlaymont.
Molto è dipeso da un tema caldissimo alle latitudine
strasburghesi: quello del quadro finanziario pluriennale e, in
particolare, della Coesione. Il cosiddetto fondo unico pensato
da von der Leyen ha scatenato una rivoluzione trasversale tra i
gruppi. Nelle ultime ore la Commissione, pur mantenendo lo
schema dei piani nazionali, sembra aver fornito rassicurazioni
su un ruolo centrale delle Regioni nella spesa dei fondi
europei. Stando a fonti socialiste, la Commissione avrebbe detto
sì al mantenimento del Fondo Sociale nel bilancio settennale.
“Abbiamo fatto bene a chiedere dei segnali chiari a Ursula Von
Der Leyen. Una conferma che in questo parlamento è importante su
tutto combattere”, ha esultato il capodelegazione Pd Nicola
Zingaretti.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Source link