>ANSA-PROFILO/ Europeista e paladino dei diritti, la star Jetten – Altre news
(dell’inviata Valentina Brini)
‘Het kan wél’: si può fare. Quando
Rob Jetten è salito sul palco della notte elettorale dei D66 a
Leida, la folla lo ha accolto come una rockstar, scandendo il
suo ‘Yes we can’ in versione olandese. E i paragoni con i
democratici d’oltreoceano non mancano: liberale, progressista,
dichiaratamente gay e paladino dei diritti Lgbtq+ come Pete
Buttigieg, il leader del partito che fa del verde il proprio
colore distintivo incarna il volto di una politica “nuova e
costruttiva”, “senza più odio e disfattismo”.
“Da ragazzo volevo far arrivare i treni in orario”, ha
raccontato con ironia ai giornali che lo hanno ribattezzato “il
bambino prodigio”. Figlio di un ferroviere e di un’infermiera, a
suo modo ci è riuscito: ha rimesso sui binari la rivoluzione
centrista contro la polarizzazione che ha spaccato un Paese
tradizionalmente incline al compromesso. Abito impeccabile,
sorriso da spot di dentifricio, energia da maratoneta: dopo anni
a fare da pace-setter alla campionessa olimpica Sifan Hassan, ha
impartito un ritmo travolgente alla propria ascesa culminata
nella sfida a Geert Wilders. Nato nel 1987 a Veghel e cresciuto
nella vicina Uden, sul suo curriculum vanta studi in
amministrazione pubblica a Nimega e, dopo un periodo alla
ProRail, l’ingresso dalla porta principale dei Democratici 66
come capogruppo in Parlamento. Da allora, lo chiamano ‘Teflon
Rob’: preparato e impermeabile alle polemiche alla stregua del
suo mentore Mark Rutte che lo volle al governo nel 2022 come
ministro per il Clima e l’Energia. La regia del pragmatismo
verde porta la sua firma: “Meno ideologia, più soluzioni”, lo
slogan che accompagna anche l’attenzione per i giovani e per la
crisi abitativa. “E’ in politica da quando era all’asilo. Sa
quando mediare”, ha confidato un suo ex portavoce, rivelando
anche una parte più nerd: “Ha una vera passione per i file
excel”.
Instancabile protagonista anche in tv, ha conquistato il
pubblico piazzandosi terzo al celebre quiz-show ‘The Smartest
Person’. Dove Wilders urla, Jetten argomenta. “Sono cresciuto in
una famiglia normale, in una piccola città. So cosa significa
essere diverso, ma anche sentirsi parte di qualcosa”, ha
spiegato dando risalto al “lato umano” che considera essenziale
“per cambiare davvero le cose”. A sostenerlo nei passaggi
cruciali anche la pop music olandese nelle cuffiette e la
presenza del compagno, Nicolas Keenan, hockeista argentino. La
notte del 2 novembre 2004, quando il regista Theo van Gogh venne
assassinato ad Amsterdam da un estremista islamico, fu lo
spartiacque. “Alcuni ragazzi del mio villaggio incendiarono una
scuola turca: erano miei compagni di calcio – ha ricordato
Jetten -. Quel giorno ho capito che il dialogo è tutto”. Lo
stesso che potrebbe tornargli utile per dare vita alla prossima
coalizione. E diventare forse il premier più giovane e il primo
apertamente gay nella storia dell’Olanda.
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