>>>ANSA/ La stretta di mano tra Ursula e Donald, ‘incontriamoci’ – Altre news
(di Valentina Brini)
Una stretta di mano sul sagrato
della Basilica di San Pietro, poche parole scambiate tra il via
vai di leader e porporati, e una promessa: Donald Trump e Ursula
von der Leyen si vedranno presto. Messa per mesi all’angolo
dalla nuova amministrazione statunitense, la presidente della
Commissione europea è riuscita a strappare un breve scambio –
auspicato anche dalla premier Giorgia Meloni a Washington – per
aprire la strada al primo incontro ufficiale tra i vertici Ue e
il tycoon dal suo ritorno alla Casa Bianca. Forse già nelle
prossime settimane, a Bruxelles. Sul tavolo, le partite più
urgenti per l’Europa: i dazi e la pace in Ucraina. L’agenda e le
modalità del vertice tra i leader Ue-Usa restano da definire, ma
le finestre possibili entro il 14 luglio – data ultima per
chiudere la partita sui dazi – sono diverse: se il negoziato su
Kiev dovesse accelerare, già i giorni successivi al 16 maggio –
quando il presidente americano concluderà la visita in Arabia
Saudita e potrebbe fissare anche un faccia a faccia con Vladimir
Putin – potrebbero rappresentare il momento propizio per un
primo confronto con von der Leyen e un nuovo colloquio con
Volodymyr Zelensky. Giugno, poi, offrirà due nuove occasioni: il
summit del G7 in Canada e il vertice Nato a L’Aja.
Von der Leyen ha rotto il silenzio subito dopo la fine dei
funerali del Papa pubblicando su X la foto della tanto attesa
stretta di mano con Trump e un altro scatto che la ritraeva con
Emmanuel Macron. Tutti etichettati come “scambi positivi”. Ma il
messaggio più forte in direzione Casa Bianca era già arrivato
pochi minuti prima, sull’onda dell’omaggio a Papa Francesco: il
Pontefice “ha costruito ponti, ora percorriamoli”, ha scritto la
presidente Ue, consapevole che la distanza da colmare con
l’altra sponda dell’Atlantico è ancora ampia. A riprova, da
Washington, Valdis Dombrovskis ha descritto un lavoro sui dazi
ancora tutto in salita. Le trattative “proseguono, ma c’è molto
da fare”, ha ammesso a più riprese il responsabile Ue per
l’Economia che, davanti ai 90 giorni per evitare la guerra
commerciale, ha posto l’accento sul tempo che “corre” e sulla
necessità di fare presto. L’ultimo incontro con il segretario al
Tesoro americano, Scott Bessent, non ha fatto registrare
progressi e per ora, ha sottolineato Dombrovskis, “la situazione
è asimmetrica”: i dazi Usa si sono già abbattuti su alluminio,
acciaio e auto europee mentre il continente tiene ancora il suo
colpo in canna. Le carte di Bruxelles sono note: dazi zero sui
beni industriali, più acquisti di gnl e armi dagli Stati Uniti e
un fronte comune contro le pratiche di mercato sleali della
Cina. Ma nelle ultime ore è trapelata un’altra richiesta da
Washington che potrebbe complicare le discussione: rallentare la
corsa Ue alla regolamentazione dell’intelligenza artificiale. I
canali diplomatici e tecnici sono aperti ma i colloqui politici,
è la linea prudente di Palazzo Berlaymont, riprenderanno “solo
quando opportuno”: quando un’intesa di principio ci sarà, o
quando i leader saranno pronti a confrontarsi su obiettivi
comuni.
I colloqui Ue-Usa però si spingono ben oltre i numeri del
commercio. Al centro c’è anche il piano di pace disegnato da
Washington e Mosca per Kiev, con Bruxelles che ha già respinto
la proposta di cessione della Crimea alla Russia e di revocare
le sanzioni contro il Cremlino, schierandosi invece a difesa
dell’integrità territoriale ucraina. Kiev può contare sul
sostegno Ue “al tavolo delle trattative per raggiungere una pace
giusta e duratura”, ha assicurato von der Leyen. Prima di
consegnare ancora una volta a Zelensky un messaggio sul futuro
ucraino “nella famiglia” europea.
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