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>ANSA-FOCUS/Peronaci negli Usa.Tensione cdm su nomi ambasciatori – Altre news

++ aggiorna e sostituisce il servizio in rete alle 19.52++
La Nato si conferma come la
‘riserva della Repubblica’ per il governo di Giorgia Meloni.

   
L’attuale ambasciatore presso l’Alleanza Atlantica, Marco
Peronaci, è infatti stato nominato prossimo rappresentante
dell’Italia negli Stati Uniti, dove succederà a Mariangela
Zappia. Washington, si sa, è tradizionalmente la sede più
importante e prestigiosa a livello diplomatico, tanto più che
tra la presidente del Consiglio e Donald Trump vi è oggigiorno
un legame privilegiato.

   
Una conferma, si diceva. Il predecessore di Peronaci,
Francesco Maria Talò, fu scelto da Meloni al suo arrivo a
Palazzo Chigi come consigliere diplomatico, sherpa fidato di
molte trattative delicate (ad esempio il processo che avrebbe
dovuto portare alla conferenza internazionale di pace sulla base
della formula ucraina lanciata da Volodymyr Zelensky) sino
all’incidente coi comici russi Vovan e Lexus (in odore di
rapporti alquanto strutturati con i servizi di Vladimir Putin),
che si spacciarono al telefono con Meloni per un leader
africano.

   
Sul tavolo del consiglio dei ministri, ad ogni modo, non è
approdata solo la nomina di Peronaci, sostenuto dal ministro
degli Esteri e dal presidente del Consiglio. Antonio Tajani si è
presentato con un folto elenco di avvicendamenti che, però, ha
suscitato perplessità tra diversi ministri, compresi quelli in
quota Lega come Giancarlo Giorgetti, che l’altro avrebbero
sostenuto la candidatura di Massimo Ambrosetti, attuale
ambasciatore a Pechino, per gli Usa. Dalla discussione sarebbe
nata la necessità di “ulteriori approfondimenti”. Tant’è che la
premier, Giorgia Meloni, raccontano diversi presenti, avrebbe
deciso di soprassedere e rinviare il resto delle nomine ad un
prossimo cdm.

   
Così è scattata luce verde solo per Peronaci a Washington e a
Mario Vattani, attuale Commissario generale per l’Italia a Expo
2025 Osaka, come ambasciatore in Giappone.

   
Nato a Pavia nel 1965, Peronaci ha superato il concorso per
la carriera diplomatica nel 1988 e nel corso degli anni ha
ricoperto incarichi sia a Roma che, naturalmente, all’estero:
primo consigliere presso la Rappresentanza permanente presso
l’Ue a Bruxelles (2006-2009) e, in precedenza, consigliere e
primo segretario rispettivamente presso le ambasciate d’Italia a
Parigi (2002-2006), Tokyo (1993-1998) e Kampala (Uganda,
1991-1993). Sempre a Bruxelles il ruolo precedente a quello di
ambasciatore alla Nato, ovvero ambasciatore in qualità di
Rappresentante Italiano nel Comitato Politico e di Sicurezza
dell’Ue (2020-2022). Al posto di Peronaci, a quanto si apprende,
arriverà l’attuale vicedirettore generale per gli affari
politici e di sicurezza del ministero degli Affari Esteri
Alessandro Azzoni.

   
L’Alleanza Atlantica, sede naturale dell’incontro tra Stati
Uniti ed Europa, è stata nei fatti resuscitata dall’invasione
dell’Ucraina da parte della Russia, dopo anni di limbo
diplomatico (Emmanuel Macron l’accusò di essere cerebralmente
morta in una celebre intervista all’Economist). Ora, con
l’arrivo di Trump, vive una nuova fase di fibrillazione. Se, da
una parte, Trump ha intimato agli alleati di spendere molto di
più – il famoso 5% che verrà concordato a breve al summit
dell’Aja – dall’altra ha avvertito gli alleati a prepararsi ad
un disimpegno americano dalla difesa convenzionale dell’Europa.

   
In entrambi i casi è meglio avere a Washington un esperto di
Nato, che sappia ad esempio spiegare le virtù della difesa
italiana e, nel caso, tradurre al meglio le difficoltà che Roma
potrebbe avere nel raggiungere nei prossimi anni i massicci
aumenti di spesa militare richiesti, custodendo così la ‘special
relationship’ tra Meloni e Trump.

   

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