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>ANSA-FOCUS/L’Ue spiazzata, ‘mai la bomba, trattare l’unica via’ – Altre news

(di Mattia Bernardo Bagnoli)
Quando i B2 si sono levati in
volo, ciò che prima era solo un timore si è trasformato in
qualcos’altro. L’Europa però si è risvegliata frastornata dopo
l’attacco americano nella notte all’Iran, con Francia e Gran
Bretagna – che siedono al consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite – che si affrettano a chiarire di non aver partecipato in
alcun modo alla missione. Il messaggio, sempre lo stesso, è
stato veicolato dai vertici delle istituzioni europee: l’Iran
“non può avere l’atomica” ma l’unica strada da percorrere è
tornare al tavolo dei negoziati e perseguire “la de-escalation”.

   
Un ritornello che rischia di suonare vuoto. Tanto più che la
comunità transatlantica si sta per riunire all’Aja per il
vertice della Nato.

   
Ecco, l’incertezza ora la fa da padrona. “Non credo che il
conflitto tra Iran e Israele possa turbare il summit, a meno che
non accada qualcosa di enorme”, confidava nei giorni scorsi una
fonte diplomatica alleata. Ebbene, cosa possa avvenire adesso
nelle prossime ore nessuno lo sa e ci si domanda persino se
Donald Trump manterrà l’impegno e si presenterà davvero nella
capitale olandese nel caso in cui la situazione dovesse
precipitare. L’Iran sembra questione distantissima dall’Alleanza
Atlantica ma in realtà la Nato con la fu Persia condivide un
confine, grazie alla Turchia. Ankara, peraltro, in settimana
aveva notificato agli alleati la violazione del proprio spazio
aereo da parte di velivoli israeliani e aveva ammonito del
rischio di “incidenti”. Insomma, è molto difficile che all’Aja
si possa totalmente ignorare la faccenda, nonostante
l’intenzione condivisa di evitare ogni strappo con Trump.

   
Peraltro, all’ultimo miglio, è stata trovata l’intesa per
superare il veto della Spagna e portare al vertice l’accordo sul
5%, che The Donald pretendeva a gran voce.

   
Tra gli alleati, così come tra i membri dell’Ue, esistono
sensibilità molto diverse sia su Israele sia sulla postura da
adottare con Teheran. Non è un caso se il presidente del
Consiglio Europeo Antonio Costa – al quale i trattati affidano
il compito di rappresentare l’Unione Europea al livello dei
leader – ha usato un linguaggio diverso rispetto a quello di
Ursula von der Leyen e dell’alto rappresentante Kaja Kallas.

   
“Invito tutte le parti a dare prova di moderazione e rispetto
del diritto internazionale e della sicurezza nucleare”, ha
infatti affermato. “La diplomazia rimane l’unica via per portare
pace e sicurezza nella regione mediorientale: troppi civili
saranno ancora una volta vittime di un’ulteriore escalation”.

   
Nessun riferimento alla bomba. Che invece viene menzionata nella
prima riga della dichiarazione di von der Leyen.”L’Iran non deve
assolutamente entrare in possesso dell’atomica: con le tensioni
in Medio Oriente che hanno raggiunto un nuovo picco, la
stabilità deve essere la priorità così come il rispetto del
diritto internazionale”, ha scritto sui social esortando in
secondo luogo l’Iran a impegnarsi in “una soluzione diplomatica
credibile”.

   
Kallas ha adottato un fraseggio analogo. Domani i 27 ministri
degli Esteri discuteranno la situazione al Consiglio con
“rinnovata urgenza”. Il direttore dell’Aiea, Rafael Grossi,
avrebbe dovuto partecipare ma ha annullato per sopraggiunti
comprensibili impegni. Nel mentre i tre Paesi europei
negoziatori con l’Iran – Francia-Gran Bretagna-Germania, i
cosiddetti E3 – lanciano “un appello all’Iran ad impegnarsi in
negoziati per un accordo che risponda a tutte le preoccupazioni
legate al suo programma nucleare” e si dicono “pronti a
contribuire a questo obiettivo in coordinamento con tutte le
parti”.

   

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