>ANSA-FOCUS/ L’Ue resta cauta, ‘ma se serve pronti alle misure’ – Altre news
(di Michele Esposito)
I giorni dello stupore e della
profonda irritazione, pian piano, hanno fatto spazio al tempo
dell’attesa. Palazzo Berlaymont, dopo messo in campo una prima
risposta politica ai dazi imposti da Donald Trump, ha cominciato
a lavorare discretamente alle possibile contromisure e a
guardare, contemporaneamente, a cosa può accadere a Washington.
Anche se, a Bruxelles, si professa un certo realismo rispetto a
clamorosi passi indietro del tycoon.
Nel frattempo Ursula von der Leyen prova a stringere i
bulloni del coordinamento non solo interno all’Ue ma anche con i
partner europei non comunitari. Non è un caso, quindi, che abbia
sentito il premier britannico Keir Starmer, recapitando a
Downing Street la “profonda preoccupazione” della Commissione e
sottolineando un duplice concetto: “L’impegno” sui negoziati
resta ma, al contempo, “l’Ue è pronta a difendere i propri
interessi attraverso contromisure proporzionate, se necessario”,
ha spiegato la numero dell’esecutivo europeo. Un principio che,
probabilmente, von der Leyen ripeterà anche nell’incontro con il
primo ministro norvegese Jonas Gahr Store a Bruxelles.
La vera sfida, tuttavia, è trovare le contromisure che
abbiano il necessario consenso tra i Paesi membri. Non a caso, a
Bruxelles si parla più di contromisure che di controdazi,
uscendo quindi dal binario della più classica guerra
commerciale. Nel mirino resterebbe comunque il settore dei
servizi dove il surplus è nettamente favorevole a Washington. Da
qui l’idea di una web tax europea, una sorta di equo compenso da
far pagare alle Big Tech che non hanno certo problemi doganali.
L’idea non è nuova, l’Ocse ci lavora, infruttuosamente, da
tempo. E qualcuno, come l’Italia, ha già una digital service tax
nazionale. Di questo e, non solo, si parlerà ovviamente nel
delicato Consiglio Ue Commercio previsto lunedì mattina a
Lussemburgo. Alla riunione parteciperà il vice premier e
ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Occorre scongiurare una
guerra commerciale. L’obiettivo primario dev’essere la tutela
del nostro sistema produttivo e del nostro export”, sarà linea
del titolare della Farnesina. Una linea piuttosto differente da
quella dei falchi, guidati dalla Francia e disposti a mettere in
campo addirittura lo strumento anti-coercizione che chiuderebbe
le porte del mercato Ue agli Usa.
Nei prossimi giorni, in ogni caso, l’Ue batterà un colpo. Il
9 aprile è prevista l’approvazione dei dazi reciproci annunciati
da Bruxelles dopo le tariffe su acciaio e alluminio decise da
Trump. E, in settimana, potrebbero arrivare anche le multe per
Apple e Meta per aver infranto la legge sui mercati digitali. Si
tratta di un dossier separato da quello dei dazi ma che,
inevitabilmente, rischia di intersecarsi con i negoziati tra Ue
e Usa. Lunedì, invece, von der Leyen darà vita al dialogo
strategico su acciaio e automotive, che sarà seguito da quello
sulla farmaceutica. Sarà una settimana fitta di incontri per la
presidente della Commissione, che avrà modo di confrontarsi
anche con Frederik Persson, ceo di Business Europe, la
Confindustria europea. L’obiettivo è frenare sul nascere le
protese dei comparti più colpiti. Il tempo stringe e la
Commissione è chiamata mettere in campo subito un piano di aiuti
alle imprese. L’obiettivo è strategico: le manifestazioni
anti-Trump che hanno segnato il weekend nel continente possono
presto trasformarsi nell’ennesima protesta anti-Ue.
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