>ANSA-FOCUS/ L’Ue contro l’offensiva, ‘Gaza è dei palestinesi’ – Altre news
(di Michele Esposito)
Nessun governo europeo, ad
eccezione (forse) di quello ungherese, è pronto a schierarsi con
Benjamin Netanyahu in merito all’occupazione della Striscia di
Gaza. A Bruxelles e dintorni sono ben consapevoli delle
imprevedibili ripercussioni che una simile offensiva potrebbe
avere da un punto di vista diplomatico, umanitario e della
sicurezza stessa dell’Ue. Il passo del governo israeliano
sarebbe visto come un ultimo azzardo, e allontanerebbe
ulteriormente l’esecutivo guidato da Netanyahu dall’Europa.
Al momento, in ogni caso, a Bruxelles si predica prudenza. Le
domande su una reazione dell’Ue ad una eventuale offensiva di
terra su Gaza sono dribblate come “if questions”, ovvero quesiti
che riguardano fatti non ancora accaduti. Nel corso del briefing
con la stampa, tuttavia, la Commissione ha voluto mettere alcuni
punti in evidenza. “L’Ue rigetta qualsiasi modifica demografica
e territoriale” della Striscia di Gaza che vada “contro il
diritto internazionale”: “Gaza deve essere parte di uno Stato di
Palestina e Hamas non deve avere alcun ruolo”, ha rimarcato una
portavoce del Servizio di Azione Esterna parlando di una
“posizione chiara” dell’esecutivo europeo a riguardo. La
Striscia di Gaza – ha aggiunto – “deve essere parte di uno Stato
palestinese con Hamas che non deve avere più alcun ruolo” sul
territorio e dopo “il rilascio” di tutti gli ostaggi.
Le parole della portavoce non sembrano dar luogo a
perplessità. Eppure, chi da mesi punta a sensibilizzare le
istituzioni europee sulla situazione umanitaria di Gaza, non può
dirsi soddisfatto. Le armi dell’Ue di fronte ai blitz di
Netanyahu si sono già dimostrate spuntate. Come ha ricordato la
stessa Commissione, perfino lo stop parziale dei fondi per il
programma Horizon destinati a Israele non è riuscito a
guadagnare la maggioranza qualificata dei 27, complici le
posizioni non favorevoli della Germania soprattutto, ma anche
dell’Italia. “Abbiamo messo la proposta sul tavolo, spetta agli
Stati membri approvarla”, ha sottolineato una portavoce di
Palazzo Berlaymont. Un’eventuale occupazione di Gaza sposterebbe
probabilmente gli equilibri, ma con che tempi? La presidenza
danese, prima di suonare la campanella per le ferie estive, ha
preavvertito che eventuali riunioni d’urgenza dei Rappresentanti
Permanenti dei 27 sul dossier Israele non sono escluse. L’idea
che si possa arrivare ad una sospensione dell’accordo di
associazione con Israele in pieno agosto resta tuttavia di ardua
praticabilità, nonostante la lettera degli oltre 1.200
funzionari europei che hanno chiesto a Ursula von der Leyen e
Kaja Kallas di “agire ora” per stoppare la carestia di Gaza.
“La situazione umanitaria a Gaza rimane insostenibile, ecco
perché è urgente garantire l’afflusso di aiuti”, ha spiegato la
Commissione assicurando che Bruxelles monitora rigidamente
l’applicazione dell’intesa raggiunta con Israele sul sostegno
alla Striscia. L’occupazione militare, tuttavia, rovescerebbe
ogni scenario. Sarebbe “un errore grave”, ha ammonito il
ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Sarebbe un atto
illegale”, ha sentenziato il suo omologo spagnolo José Manuel
Albares. Se ne parlerà, certamente, al Consiglio Affari Esteri
informale previsto a Copenaghen a fine agosto. Troppo in là,
forse, per il destino di Gaza.
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