>>>ANSA/Droni russi in Romania, ‘sfida a sicurezza del Mar Nero’ – Altre news
(di Mattia Bernardo Bagnoli)
Dopo il caso polacco arriva
quello romeno, sebbene molto inferiore nelle dimensioni. Questa
volta si è trattato infatti di un singolo drone russo entrato
nello spazio aereo Nato, per l’appunto in Romania, con un volo
di 50 minuti. Poi ha virato ed è rientrato nei cieli ucraini.
Bucarest ha comunque fatto alzare i caccia. E accusato Mosca:
“Sono azioni irresponsabili e rappresentano una nuova sfida alla
sicurezza e alla stabilità regionale nell’area del Mar Nero”, ha
tuonato il ministero della Difesa. Bucarest porterà ora
l’episodio all’attenzione dell’assemblea generale delle Nazioni
Unite.
Bruxelles ha subito espresso solidarietà. “La violazione
dello spazio aereo romeno da parte dei droni russi costituisce
l’ennesima violazione inaccettabile della sovranità di uno Stato
membro dell’Ue”, ha affermato l’alto rappresentante Kaja Kallas.
“Questa continua escalation sconsiderata minaccia la sicurezza
regionale: siamo solidali con la Romania e sono in stretto
contatto con il governo romeno”. La presidente della
Commissione, Ursula von der Leyen, ha usato toni simili.
“L’incursione della Russia nello spazio aereo romeno costituisce
ancora una volta una palese violazione della sovranità dell’Ue e
una grave minaccia alla sicurezza regionale: stiamo lavorando a
stretto contatto con la Romania e tutti gli Stati membri per
proteggere il territorio dell’Ue”, ha dichiarato aggiungendo poi
in romeno “suntem solidari cu România”.
Il lancio dell’operazione Nato Sentinella Est appare dunque
sempre più appropriato. Non solo. Il ministro degli Esteri
polacco Radoslaw Sikorski, a Kiev in questi giorni per
partecipare alla Yalta European Strategy (Yes) conference, si è
detto convinto che l’idea di chiudere parte dello spazio aereo
ucraino utilizzando la difesa aerea della Nato potrebbe ora
tornare sul tavolo. “Il ministro degli Esteri ucraino Andrii
Sybiha è stata la prima persona che ho sentito quando è iniziata
l’operazione russa contro la Polonia: Sybiha ha riconfermato
questa offerta e penso che il presidente Putin abbia forse
portato avanti questa idea perché l’opinione pubblica si sta
orientando verso questa soluzione”, ha detto nel corso di
un’intervista al Kyiv Independent.
L’Ucraina, dal canto suo, non sta con le mani in mano. Nella
notte alcuni droni hanno colpito una delle più grandi raffinerie
di petrolio in Russia nella città di Kirishi (regione di
Leningrado). Ovvero una filiale di Surgutnaftogaz. L’impianto ha
una capacità di raffinazione di oltre 10 milioni di tonnellate
di petrolio all’anno e produce un’ampia gamma di prodotti
petroliferi, tra cui benzina, gasolio, carburante per aviazione.
Sarebbe poi stato anche colpito, secondo i media locali, un
impianto chimico nella regione di Perm, a 1.800 km dal confine
ucraino (i droni dell’intelligence ucraina avevano appena
centrato un altro impianto petrolifero a Ufa, a 1.400 chilometri
di distanza).
Il servizio di intelligence militare ucraina (Gur) e le Forze
per le operazioni speciali hanno rivendicato nel mentre anche
attacchi mirati alle ferrovie russe nella direzione Orël-Kursk,
Maloarkhangelsk-Glazunovka e Stroganovo-Mshinsk, lungo la linea
San Pietroburgo-Pskov. Queste tratte ferroviarie, affermano i
servizi di intelligence, costituiscono collegamenti logistici di
fondamentale importanza per l’approvvigionamento delle truppe di
occupazione nelle direzioni di Kharkiv e Sumy. “Sento dire che i
russi stanno avanzando e occuperanno la parte orientale del
Paese entro tre mesi ma è semplicemente falso”, ha giurato
recentemente Volodymyr Zelensky. “Non lo faranno nemmeno tra
anni: la situazione è difficile ma teniamo sotto controllo il
fronte. Vorrei che i servizi segreti dei nostri partner si
consultassero quotidianamente con quelli ucraini, direttamente
dal campo di battaglia”.
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