>>>ANSA/Consiglio d’Europa, ‘razzismo in Polizia’. Ira di Meloni – Altre news
(di Pietro Guastamacchia)
E’ scontro aperto tra l’Italia e
il Consiglio d’Europa. Dopo la lettera con cui la settimana
scorsa Roma e Copenaghen hanno contestato alcune sentenze della
Corte europea dei diritti dell’uomo in materia di migranti,
questa volta a finire nel mirino della commissione contro il
razzismo e l’intolleranza (Ecri) dell’organo intergovernativo
con sede a Strasburgo sono state le forze dell’ordine italiane.
A innescare la polemica è stata la richiesta del presidente
dell’Ecri, Bertil Cottier, al governo italiano di “condurre al
più presto uno studio indipendente sul fenomeno della
profilazione razziale nell’operato delle sue forze di polizia”.
Parole che hanno subito suscitato una reazione decisa da parte
delle istituzioni italiane. La premier Giorgia Meloni ha
definito le accuse “vergognose”, attribuendole a “un approccio
ideologico” e a “pregiudizi evidenti”. Ha quindi richiamato
l’attenzione sui “numerosi episodi in cui agenti delle Forze
dell’ordine vengono aggrediti, spesso da immigrati irregolari,
mentre svolgono il proprio dovere con coraggio, dedizione e
rispetto della legge”.
In serata anche il presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella, è intervenuto – attraverso una nota del Quirinale –
invitando per giovedì mattina il capo della Polizia e direttore
generale della Pubblica sicurezza, Vittorio Pisani, con
l’intento di “riconfermare la stima e la fiducia della
Repubblica nelle Forze dell’ordine, la cui azione si ispira allo
spirito democratico e ai valori della Costituzione”. Il rapporto
dell’Ecri – che già il 22 ottobre scorso aveva denunciato
episodi di profilazione razziale da parte delle forze
dell’ordine in un documento dedicato all’Italia e aggiornato ad
aprile 2024 – segnala un incremento, in tutta Europa, dei
controlli condotti sulla base del colore della pelle,
dell’origine etnica presunta o dell’appartenenza religiosa. Di
fronte a questa tendenza, l’organismo ha invitato dunque governi
e vertici delle forze dell’ordine ad adottare misure decise e
concrete per contrastarla. Un appello rilanciato esplicitamente
anche nei confronti dell’Italia da Cottier. La maggioranza è
subito andata al contrattacco: la Lega, attraverso un post su
X, ha definito il Consiglio d’Europa “un ente inutile da
sciogliere”. Il vicepremier Antonio Tajani ha bollato le
osservazioni come “talmente astruse che, se non fossero
offensive, sarebbero ridicole”, respingendole al mittente e
sottolineando come la polizia e le forze dell’ordine italiane
siano “tra le più rispettose delle minoranze”. Una linea
condivisa anche dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi,
che ha giudicato le accuse “sorprendenti e inaccettabili”,
definendo “dannoso” l’organismo da cui provengono e auspicando
una riflessione sulla sua utilità.
Lo scontro si è esteso anche alla Camera. “Le
raccomandazioni dell’Ecri sono inaccettabili e vergognose”, ha
dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami,
intervenendo in Aula. A replicare è stato il deputato del Pd
Piero Fassino, invitando a non alimentare “una polemica
strumentale” e a leggere con attenzione le osservazioni
provenienti da Strasburgo. E in difesa del Consiglio d’Europa è
intervenuta anche Elena Bonetti di Azione, che ha ricordato come
l’organo sia preposto “alla tutela dei diritti nel rapporto tra
cittadini e governi” e come le sue raccomandazioni siano rivolte
a tutti gli Stati membri. La tensione tra Roma e Strasburgo
resta tuttavia alta. A dimostrarlo anche la risposta arrivata
sabato dal segretario generale del Consiglio d’Europa, Alain
Berset, alla lettera inviata la scorsa settimana da un gruppo di
nove Paesi, guidato da Italia e Danimarca, che contestava alcune
sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) –
istituita nell’ambito del Consiglio d’Europa – in materia di
migrazione. “In una società governata dallo stato di diritto,
nessun organo giudiziario dovrebbe subire pressioni politiche”,
aveva scandito Berset.
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