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>>>ANSA/ Auto, vino e farmaci, lo spettro sull’intesa Ue-Usa – Altre news

(di Michele Esposito)
Il congelamento del listone di
controdazi da 93 miliardi sarà, probabilmente, l’ultimo atto
della partita commerciale tra Ue e Usa prima della pausa estiva.

   
Difficilmente l’atteso testo congiunto che dovrebbe definire il
quadro tariffario vedrà la luce nel breve termine. Gli Usa non
hanno fretta e la Commissione rischia di restare con almeno tre
nodi scoperti: le auto, i farmaci e il vino. Le prima, al
momento, restano ancorate all’aliquota del 27,5%. Sui farmaci,
al momento, pende la tariffa base del 15%. Sul vino, infine,
l’ipotesi dell’esenzione da applicare ai cosiddetti prodotti
strategici ancora non ha preso forma.

   
Da Washington non arrivano segnali confortanti. “Questi dazi
sono praticamente definitivi e non dovrebbero essere oggetto di
negoziato nell’immediato”, ha detto il rappresentante
statunitense per il Commercio Jamieson Greer. Uno dei
negoziatori della parte americana ha inoltre definito
“legittimo” l’uso dei dazi per questioni geopolitiche.
Nelle stesse ore, il New York Times, citando fonti del Tesoro
Usa, ha scritto che con i dazi introdotti da aprile, prima
ancora che entrino in vigore dal 7 agosto quelli nuovi, Donald
Trump ha incassato finora 152 miliardi di dollari, circa il
doppio dei 78 entrati nelle casse federali nello stesso periodo
dell’anno fiscale precedente. Numeri che il presidente americano
non mancherà di rivendicare.

   
In questo contesto, la Commissione si avvia a proporre la
sospensione di 6 mesi delle controtariffe. Ursula von der Leyen
e Maros Sefcovic hanno reiterato di aver fatto “il miglior
accordo possibile” ma le critiche piovute sull’intesa sono state
copiose e il rischio dello slittamento della dichiarazione
congiunta a settembre le potrebbe ulteriormente moltiplicare.

   
All’Eurocamera, al rientro, von der Leyen – che il 10
settembre terrà lo Stato dell’Unione in Aula presumibilmente
infuocata – potrebbe essere investita da una nuova mozione di
sfiducia. E’ stata la Sinistra Ue, questa volta, a proporla. I
Verdi italiani hanno aderito e potrebbero non essere i soli. Il
quorum dei 72 eurodeputati per la presentazione della mozione è
alla portata. “Il Pd ci aiuti a sfiduciare von der Leyen con le
sue 21 firme”, è stato l’appello lanciato dall’europarlamentare
M5S Pasquale Tridico. Una provocazione, forse, che però fa
breccia in una tentazione che, tra i Socialisti, ormai serpeggia
da settimane.

   
La trattativa sulle esenzioni sui prodotti strategici (alcuni
tipi di beni agroalimentare, liquori, vini, aerei, dispositivi
medici) sarà passata al vaglio dalle capitali. E le industrie
nazionali scaplitano. “A tutti gli effetti, l’accordo globale
per ora è questo”, ha dichiarato l’amministratore delegato di
Mercedes-Benz, Ola Källenius, durante una telefonata con gli
investitori questa settimana, aggiungendo di essere “molto
incerto” se potessero essere aggiunti emendamenti specifici per
settore o per azienda. Il ministro delle Finanze tedesco Lars
Klingbeil è atteso a Washington dal segretario al Tesero Scott
Bessent. I due faranno un punto anche sui dazi. Al rientro, per
i 27 governi, i conti saranno più chiari e per von der Leyen le
notizie cattive potrebbero aumentare. Il ministro degli Esteri
Antonio Tajani ha ribadito di “non essere pessimista” per i
prodotti italiani. In pochi, in Europa, al momento la pensano
così.

   

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