Anno giudiziario con protesta dei magistrati, il procuratore Piacente: “Se non avessi ruolo istituzionale parteciperei”
Genova. Coccarda, toga, Costituzione in mano e l’uscita composta, ma in massa, dall’aula magna del Tribunale di Genova nel momento in cui prenderà la parola il rappresentante del governo.
Sarà questa domani a Genova, come in tutte le 26 sedi di Corte d’appello italiane, la protesta dei magistrati contro le riforme proposte dal governo nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. A Genova dovrebbero essere una settantina tra pm e giudici ad aderire alla protesta deliberata dalla Associazione nazionale magistrati abbandonando l’aula.
Un gesto simbolico ma in qualche modo clamoroso anche se sarà attuato “in forme composte,” come sottolineato dalla stessa Anm. Resteranno invece al loro posto senza un’adesione formale alla manifestazione, i vertici istituzionali di palazzo di Giustizia dalla presidente della corte d’appello Elisabetta Vidali al al procuratore generale Mario Pinelli al Procuratore Capo della Repubblica Nicola Piacente.
D’altronde il documento del direttivo dell’Anm ha previsto una sorte di esonero per i rappresentanti istituzionali della magistratura (“salvo che motivi istituzionali lo impediscano” di legge nel documento approvato una settimana fa).
Il procuratore Piacente chiarisce che le ragioni della scelta: “Se rivestissi il ruolo di sostituto procuratore o anche di aggiunto avrei aderito alla manifestazione – sottolinea – ma nel mio ruolo attuale ritengo di dover restare al mio posto per una forma di rispetto verso tutti i soggetti istituzionali presenti”. Il procuratore capo di Genova ribadisce di “condividere le ragioni della protesta” e ricorda di aver partecipato in passato a una manifestazione simile a Genova, quando i magistrati aveva tutti indossato la toga e portato con sé la Costituzione per sottolineare ancora una volta l’indipendenza della magistratura di fronte a una delle tante riforme ventilate.
Al centro delle polemiche al momento c’è soprattutto la questione della separazione delle carriere che secondo le toghe rappresenta un primo passo verso la subordinazione dei pm all’esecutivo.
“Ritengo indispensabile che nell’elaborazione delle riforme anche in tema della separazione delle carriere – dice il procuratore di Genova – si tengano presenti le argomentazioni portate avanti dai magistrati, pur nel rispetto dei diversi ruoli istituzionali e ritengo che si debba auspicare una riforma della giustizia in termini di un maggiore efficientamento e di una risposta più rapida ed efficace alla domanda di giustizia dei cittadini”.