Società

Anna Foglietta, l’intervista: l’amore tossico, i figli, Elf Me e la libertà

Anna Foglietta sabato 25 novembre è scesa in piazza. Il marito Paolo Sopranzetti, conosciuto al liceo e poi ritrovato su Facebook, aveva portato prima i loro due figli maschi, Lorenzo, 12 anni, e Giulio, 9. Anna è arrivata dopo, al Circo Massimo, a Roma, insieme alla figlia Nora, 10. C’erano tutti perché era importante esserci, alla manifestazione più grande organizzata in Italia contro la violenza sulle donne. «Nora, a un certo punto, è andata a bere una cioccolata calda perché aveva freddo, e va bene così. Io sono rimasta», racconta, «Ho incrociato gli occhi di un ragazzo giovane. Era dietro di me e diceva a un amico: “Hai visto quanti siamo? Qualcosa vorrà pur dire“».

Che cosa?
«Non lo so, ma io sto sentendo il cambiamento, e non solo perché sono una donna che da sempre è molto vicina a queste tematiche. Il cambiamento lo sento nell’aria. Del resto, gli orrori che sono appena successi non possono non toccarci, non devono non cambiarci».

Attrice, attivista, un’associazione che ha fondato (Every Child is my Child), un’altra di cui fa parte (Una nessuna centomila), Anna Foglietta, 44 anni, mette testa e cuore in tutto quello che fa. È sempre stato così e non potrebbe immaginare una vita in cui non lo farà più. Al cinema e in tv di donne ne ha interpretate tante, tantissime, «cercando ogni volta di dare e di riprendere indietro», e al momento è su Prime video nei panni di un donna elfo. È il film di Natale, Elf Me, che interpreta insieme a Lillo e Claudio Santamaria. «Se fossi davvero un elfo», scherza, «sarei proprio un elfo pasticcione, perché faccio tante cose, troppe, e a volte mi perdo un po’, quindi se avessi dei poteri come quelli degli elfi farei ancora più cose e rischierei di fare ancora più pasticci. Ma c’è una cosa che ho imparato e che non dimentico più: è un errore fare troppe cose, soprattutto perché si rischia di non mettersi al centro».

C’è un super potere che vorrebbe?
«Nell’ordine del pragmatismo mi piacerebbe avere una sorta di potere dell’ubiquità, essere in più posti contemporaneamente. Nell’ordine dei massimi sistemi, invece, mi piacerebbe instillare dei pensieri di prioritaria importanza nella testa delle persone che davvero contano e tirano i fili di quest’assurdo mondo. Per iniziare metterei una grande lente d’ingrandimento perenne sull’infanzia, e farei in modo che la tutela dei bambini sia sempre prioritaria».

La cover digitale di Anna Foglietta

La cover digitale di Anna Foglietta

Col Natale che rapporto ha?
«Molto sereno, mi entusiasma. L’albero in casa nostra si fa presto e si toglie molto tardi. L’anno scorso abbiamo fatto con alcuni amici una festa a Pasqua e ho questa foto in cui mangiamo la colomba vicino all’albero di Natale. Se potessi lo terrei tutto l’anno, ma mancherebbe poi la magia del prepararlo. Il mio è pieno di cose, anche piuttosto kitsch. Quest’anno ho comprato un puntale con un Babbo Natale che ruota intorno alla stella cometa, e sopra c’è scritto persino “oh, oh”».

In Elfe Me interpreta Ivana, mamma giocattolaia.
«E imperfetta. È una mamma che fa i conti con i propri limiti, la sua timidezza e la sua fallibilità. Mi piace molto perché è una che dice “io arrivo fin dove arrivo ma per questo non mi sento meno mamma e non mi sento meno compiuta come genitore”. È un messaggio bello da fare arrivare oggi, alle madri che sembrano dover fare sempre di più, è come se ci sentissimo in colpa per quello che facciamo e che non facciamo, quindi dovremmo tutte fare un po’ pace con noi stesse. Viviamo in un momento in cui anche ai figli è chiesto sempre di fare, dimostrare… dovremmo tutti darci una calmata».


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