Angelina Jolie alla Festa del Cinema di Roma: «Il cancro ti cambia, ma non ti toglie la femminilità. Il mondo deve chiedersi perché non protegge Gaza, il Sudan, i rifugiati»
È il giorno di Angelina Jolie alla Festa del cinema di Roma. I fan, tantissime ragazze giovanissime, la aspettano fin dalle prime ore dell’alba. Quando finalmente compare sul red carpet, puntualissima, con la schiena scoperta, l’atmosfera cambia: tutti i riflettori si accendono solo per lei. È l’effetto diva di Hollywood.
Jolie è arrivata a Roma per la première di Couture, il nuovo film della regista francese Alice Winocour, che la accompagna sul tappeto rosso insieme alla modella Anyier Anei e a Louis Garrel. Ambientato durante la Paris Fashion Week, il film racconta la storia di tre donne di età, culture e destini diversi: una truccatrice francese, una giovane modella sud-sudanese e una regista americana – interpretata da Jolie – arrivata a Parigi per girare un film di moda, poco prima di ricevere una diagnosi di cancro al seno.
Una trama che, inevitabilmente, tocca corde personali. Angelina Jolie, infatti, nel 2013 rivelò di essersi sottoposta a una doppia mastectomia preventiva, dopo aver scoperto di essere portatrice del gene BRCA1, che aumenta il rischio di tumore al seno e alle ovaie. Due anni dopo decise di rimuovere anche le ovaie e le tube di Falloppio, raccontando tutto in un editoriale sul New York Times che fece il giro del mondo. Da allora, la sua storia è diventata un simbolo di consapevolezza e prevenzione.
Sul red carpet romano, Jolie ha raccontato quanto quel tema sia ancora vivo in lei: «Tutti, in certi momenti della vita, ci sentiamo soli», ha raccontato sul red carpet, «E certamente ho avuto quei momenti anch’io. Come donna che ha affrontato il cancro, la paura delle operazioni, i timori di non riuscire… A volte pensiamo di non essere più noi stesse, di sentirci meno femminili. Ma dobbiamo ricordarci che essere coraggiose, superare tutto questo, è profondamente femminile. È ciò che ci rende più forti come donne».
Poi un pensiero per la città che l’ha accolta con entusiasmo: «Adoro essere a Roma. In questo festival senti che la città tiene davvero all’arte, ai suoi artisti e, ovviamente, il cinema italiano è fantastico. Qui si dà il benvenuto agli altri, si lavora insieme, si condividono storie. I festival sono molto meglio delle première o di altri eventi mondiali: ci riuniscono, ci fanno parlare e stare insieme».
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