Angela Celentano, svolta sulla pista turca: test DNA per identificare la ragazza | Il Fatto Quotidiano
Un colpo di scena giudiziario riaccende le speranze sul caso di Angela Celentano, la bambina scomparsa il 10 agosto 1996 sul Monte Faito. Il Giudice per le Indagini Preliminari (Gip) del Tribunale di Napoli, Federica Colucci, ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura (sostituto procuratore della Dda Giuseppe Cimmarotta) e ha ordinato un prolungamento delle indagini sulla cosiddetta “pista turca“. La decisione, notificata oggi ai legali della famiglia Celentano, gli avvocati Luigi Ferrandino ed Enrica Visconti, accoglie in pieno l’opposizione presentata dai familiari della bambina, che oggi avrebbe 32 anni. “Il giudice ha accolto in pieno l’opposizione e la famiglia ha piacere che si porti avanti l’indagine, nella speranza di chiudere la vicenda e di ritrovare Angela”, ha commentato l’avvocato Ferrandino.
Questa pista investigativa, una delle più complesse e discusse, nasce nel 2009 da una segnalazione della blogger Vincenza Trentinella. La donna riferì di aver appreso da un sacerdote, ormai deceduto, che una sua fedele gli aveva confessato che Angela Celentano si trovava in Turchia, sull’isolotto di Büyükada, e viveva con un uomo che si fingeva suo padre, un veterinario di nome Fahfi Bey. La Procura di Napoli aveva già percorso questa strada in passato, archiviandola nel 2011 per mancanza di riscontri e per la scarsa collaborazione delle autorità turche. Recentemente, il fascicolo era stato riaperto, ma il pm Cimmarotta aveva nuovamente chiesto l’archiviazione, motivandola con la mancanza di prove concrete e, soprattutto, con l’esito di una consulenza tecnica che aveva escluso la corrispondenza tra i tratti somatici della ragazza ritratta in una foto scattata dalla blogger sull’isola e quelli di Angela.
Il Gip Colucci, però, ha ritenuto che “non tutte le indagini sono state espletate” e che la pista meriti ulteriori, specifici approfondimenti per non lasciare nulla di intentato. Nell’ordinanza, il giudice chiede alla Procura di compiere una serie di atti investigativi precisi, con l’obiettivo finale di arrivare all’unico accertamento che potrebbe essere davvero “dirimente”: il test del Dna. Si partirà con il riascoltare un avvocato turco, iscritto all’Ordine di Istanbul-Büyükada, già contattato in passato e che sosteneva di essere il legale delle ragazze ritratte in foto, affinché fornisca tutti gli elementi utili all’identificazione formale della giovane somigliante ad Angela. Quindi gli inquirenti dovranno acquisire la foto di Fahfi Bey, il presunto “finto padre” (sottolineando un errore investigativo passato, in cui fu sentito un uomo con un nome simile, Fahri Dal) e di un altro uomo che avrebbe fornito informazioni alla blogger. Infine, bisognerà ascoltare un altro testimone, un farmacista dell’isola, anch’egli contattato da Vincenza Trentinella. Una volta accertata l’identità anagrafica della ragazza, conclude il Gip, si dovrà procedere, con il suo consenso, all’esame del Dna per compararlo con quello dei coniugi Celentano. Insomma, dopo quasi 29 anni di misteri, depistaggi e false piste, la decisione del giudice Colucci riaccende una luce di speranza.
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