Cultura

Angela Baraldi – 3021 | Indie For Bunnies

Il gran bel ritorno di Angela Baraldi. L’artista bolognese, infatti, si riaffaccia sul proscenio musicale con “3021”, un’opera decisamente ambiziosa che segna l’inizio di una nuova avventura musicale per la cantante (ed attrice) a circa otto anni dall’ultima fatica in studio (“Tornano Sempre” del 2017). Musicalmente, si tratta di un progetto dannatamente accattivante, in cui cantautorato e atmosfere indie-rock riescono a fondersi quasi alla perfezione, trasportando, chi ascolta, in un universo sonoro pieno zeppo di sfumature autorali e di richiami dorati (Lucio DallaFrancesco De Gregori).

Marco Zuccaccia, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Del resto, il disco in questione, oltre che la stessa Baraldi, vede alla produzione il sempre sul pezzo Ale Sportelli (Baustelle, Sick Tamburo, tra gli altrie gira intorno a dei brani (otto, per l’esattezza) firmati dall’originalissima penna di Federico Fantuz. “Cosmonauti”, per esempio, è un brano maledettamente evocativo, dove sarcasmo e disincanto vanno quasi a braccetto, fino ad esplodere nell’incisività ancestrale di un refrain che s’infila nella testa come una scena epica di un vecchio film di Nuti. Nella splendida title-track, invece, essenzialità e raffinatezza sonora rappresentano le caratteristiche più preponderanti di un pezzo tra i migliori del lotto. E lo stesso discorso, se vogliamo, potremmo allargarlo pure alla ballata (un po’ classicheggiante) che risponde al nome di “Bellezza Dov’è”. E se “Cuore Elettrico” è una mid-tempo divisa tra poesia e leggerezza, “Corvi” è una vera e propria marcia-rock eseguita come Dio comanda, trascinata da delle linee di basso che a definire entusiasmanti si corre quasi il rischio di sminuirle. 

E’ l’immediatezza la vera forza di un disco che scorre via con estrema piacevolezza. La musica al centro e le parole a rincorrere il tempo senza mai sfociare in meri fronzoli di contorno. In soldoni, Angela Baraldi potrebbe aver realizzato uno degli album più interessanti del panorama musicale italiano nell’anno di grazia 2025. E scusate se è poco. “La Vestizione” e (soprattutto) “Saturno” vanno a concludere – in maniera elettrizzante – un disco che ci convince non poco e che ci racconta di un’artista oramai tra i numi tutelari della cosiddetta scena alternativa italiana. Insomma, “3021” è un lavoro sofisticatamente intrigante e che conferma appieno la regola dei tre “ben”: ben scritto, ben prodotto, ben realizzato. Esiste ancora della ricercatezza autorale nel belpaese. Basta cercarla. 


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