Ancona: si intasca i soldi, beffa per i condomini: condannato l’amministratore infedele
ANCONA – In poco più di un anno – questa l’accusa – si era intascato i soldi che, teoricamente, avrebbe dovuto gestire per sostenere le spese del condominio che all’epoca stava amministrando. Una cifra, stando alle risultanze della procura, che si attestava attorno ai 40mila euro.
Per il “buco” creato in un immobile di via Toti, nella zona del Passetto, l’amministratore, un anconetano di 74 anni, è finito a giudizio con l’accusa di appropriazione indebita. E per questo reato il giudice Paola Moscaroli lo ha condannato a scontare due anni e mezzo di reclusione. Dovrà versare al condominio beffato una provvisionale di 25mila euro. Il palazzo intero, con i suoi residenti, si era costituito parte civile con l’avvocato Maria Chiara Trentalancia. La denuncia era scattata nel 2020, dopo il sospetto nutrito da alcuni inquilini: le spese preventivate presentavano delle ombre. O meglio, le bollette e i lavori commissionati non erano stati saldati. Di qui, la macchia che s’era stretta come una morsa su chi aveva il compito di gestire al meglio il conto corrente della palazzina, dove ciascun inquilino caricava i soldi in base alle quote spettanti.
I conti
Scandagliando i conti, era emerso un quadro deficitario, in particolare per il periodo compreso tra il primo giugno del 2018 e il 30 settembre del 2019. Ebbene, la procura ha conteggiato un appropriazione indebita di un valore complessivo che si aggira attorno ai 40mila euro. Andando nello specifico, nel primo periodo l’imputato – questa la ricostruzione accusatoria – si sarebbe accaparrato 28mila euro. Somma versata dai singoli condomini come da ripartizione del bilancio preventivo e di quello consultivo. In un secondo momento, il 74enne (ormai pensionato) si sarebbe appropriato di 9.700 euro come previsto dal riparto spese da lui redatto per nove condomini. Era stato un residente, poi, sporgere denuncia alle forze dell’ordine, facendo scattare le indagini e imponendo alla procura di aprire un fascicolo in merito. Dal quale si è arrivati al dibattimento.
La difesa
L’imputato, difeso dall’avvocato Paolo Tartuferi, conta altri procedimenti pendenti dello stesso tenore. Per il processo che si chiuso davanti al giudice Paola Moscaroli aveva deciso di procedere senza riti alternativi, convinto di poter smontare l’insussistenza delle accuse nel corso delle udienze testimoniali. Nulla da fare. Probabile, dopo la lettura delle motivazioni del verdetto, il ricorso in appello.