Marche

Ancona, estate senza moscioli selvatici. Anche gli allevamenti a rischio. «Con afa e mucillagini tutti ko»

ANCONA Un’estate senza moscioli. Ormai è acclarato. Il gustoso, e quanto mai apprezzato, mitile selvatico di Portonovo e della riviera non ci sarà. O per dirla con le parole degli esperti pescatori della Cooperativa della baia: «Sarà una rarità» afferma Massimiliano Stecconi. Quindi non resta che ripiegare sulla cozza del Conero. Non che sia meno pregiata. Solo non è selvatica, ma di allevamento.

La semina

A giudicare dalla semina «avremo una quantità sufficiente a soddisfare la richiesta degli operatori di Portonovo, Sirolo, Numana e Marcelli» assicura Andrea Gasparri, titolare, insieme al socio Luca Nicolini, dell’allevamento a due miglia e mezzo dal promontorio a picco sul mare. Ma dietro l’ottimismo dell’imprenditore si nascondono timori del tutto razionali. «Se però si ripresenta un’estate come quella dell’anno scorso, con mucillagini e temperature dell’acqua di molto sopra la norma, è sicuro che andremo in difficoltà» ammette. Del resto l’estate 2024 è stata drammatica anche per gli allevatori di cozze. «Già a ferragosto avevamo chiuso la raccolta, erano morte tutte le cozze rimaste».

L’offerta

La quasi totale assenza del mosciolo selvatico incide non solo sull’offerta gastronomica dei ristoranti nostrani. «Senza ristori economici, le nostre attività segneranno un calo di ricavi non indifferente» tiene a sottolineare Stecconi. Il pescatore riavvolge il nastro dei ricordi: «Un tempo raccoglievamo circa 6/7 quintali al giorno di moscioli. Quest’estate andrà bene se faremo 100kg a barca». Una differenza considerevole. I pescatori di moscioli selvatici sarebbero pure d’accordo a fermarsi «ma a fronte di ristori da parte del governo» mette subito in chiaro Stecconi. Gli operatori del comparto si incontreranno, infatti, il 7 maggio per stabilire la linea da adottare. «Il nostro referente è l’assessore regionale Antonini (Pesca, ndr) – continua – la riunione servirà a fare il punto sui temi che andremo a sottoporgli». Ma si è già capito che quello di un ristoro economico, in caso di fermo pesca del mosciolo, è il più sentito.

L’allarme

La ricognizione effettuata a febbraio ha evidenziato una situazione di vero allarme. «La quasi totalità di esemplari presenti nei banchi naturali è troppo piccola per raggiungere la dimensione commerciabile entro l’estate – spiega Stecconi – e se dovessero accadere imprevisti come l’estate scorsa, morirebbero tutti.

Quelli che invece hanno una dimensione adeguata alla vendita, sono pochissimi. Qualcosa si trova, qua e là. Ma assolutamente non in quantità tali da soddisfare la richiesta del mercato». Perciò non resta che rivolgersi agli allevamenti.

«Abbiamo fatto un accordo con la Cooperativa di Portonovo secondo cui parte del nostro raccolto lo conferiamo a loro, così da assicurare alla ristorazione di Portonovo una quantità adeguata delle cosiddette cozze del Conero – afferma Gasparri – l’altra parte di prodotto la teniamo, invece, per la ristorazione della zona di Sirolo, Numana e Marcelli». In condizioni meteo-marine ottimali, la stagione è salva. Ma basterebbero anche solo 20 giorni di afa e mucillagini a mettere in seria crisi i rifornimenti. I bei tempi dell’abbondanza sono ormai finiti. Almeno per ora, si spera. «Sarà un’estate difficile» ammette Stecconi. La Cooperativa, se dovrà abbandonare la pesca del mosciolo selvatico, potrà comunque effettuare la raccolta in un’area di concessione che è una sorta di allevamento con banchi artificiali in cemento. «Ma da sola, quell’area, non potrà soddisfare l’intera domanda della ristorazione della baia».




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