Liguria

Amt, l’assemblea dei soci vota il nuovo piano tariffario: polemiche del centrodestra


Genova. L’assemblea dei soci di Amt ha approvato, con il sì del Comune di Genova, di Città metrpolitana e del Comune di Santa Margherita, la politica tariffaria che scatta il 1 novembre, ma gli altri comuni, soci di minoranza, non hanno partecipato al voto. Si tratta di Chiavari, Lavagna, Sestri Levante e Rapallo, tutti retti dal centrodestra.

Nel frattempo, sempre dal centrodestra, arrivano critiche alla decisione di approvare i documenti nonostante il nulla di fatto di ieri in Città Metropolitana. Secondo Matteo Campora e Federico Bogliolo, Vince Liguria – Noi Moderati, il rischio è che la votazione stessa degli atti non sia valida. E’ stato rinviato invece il voto sul piano di risanamento al 24 novembre, ossia quattro giorni prima della prima udienza della procedura di composizione negoziata della crisi.

Nel frattempo le difficoltà per l’azienda proseguono, tra turni che saltano (e tempi di attesa alle fermate che si dilatano) per mancanza di autisti e problemi con appalti e fornitori: è di oggi la notizia del sostanziale stop al servizio di pulizia di stazioni della metropolitana e delle rimesse.

Piano tariffario di Amt, i Comuni del Tigullio non votano

Dunque, oggi i sindaci del Levante, escluso Guglielmo Caversazio, primo cittadino di Santa Margherita (Pd), hanno sostanzialmente bocciato la strategia voluta dal Comune di Genova e dall’attuale governance di Amt. “Non abbiamo partecipato al voto – dichiarano i sindaci di Chiavari, Lavagna, Sestri Levante e Rapallo – perché il confronto è stato inesistente, non abbiamo ricevuto elementi sufficienti per comprendere chi e in che modo si farà carico del risanamento dell’azienda. Il piano che ci è stato sottoposto non contiene dati, prospettive e garanzie adeguate per una valutazione consapevole”.

“Riteniamo fondamentale che il risanamento venga attuato, garantendo la continuità del lavoro, la tutela delle famiglie e la sostenibilità economica di Amt, affinché l’azienda possa tornare a operare senza generare nuove perdite. Tuttavia, in assenza di informazioni chiare e verificabili, non abbiamo ritenuto di avere gli elementi necessari per esprimere un voto informato”.

I sindaci dei Comuni soci del Tigullio mettono anche in dubbio la prassi, per il fatto che ieri il consiglio metropolitano ha chiuso per mancanza di numero legale (la metà dei consiglieri, quelli di centrodestra, sono usciti dall’aula): “La legge regionale 33 del 2013 attribuisce a Città metropolitana la gestione del contratto di servizio e la definizione dei criteri tariffari – affermano – lo statuto metropolitano, all’articolo 17, stabilisce che sia il consiglio metropolitano a deliberare in materia di tariffe, come era avvenuto nel 2023 con la precedente politica tariffaria, e a oggi nessuna delibera è stata assunta e la precedente non è quindi superata. Il delegato metropolitano, pertanto, non può prendere decisioni in materia nell’assemblea sociale di Amt, non avendone i poteri”. In realtà anche nel 2023 il consiglio metropolitano non aveva approvato un vero e proprio schema tariffario ma un documento di indirizzo che demandava all’assemblea dei soci la votazione del piano.

Santa Margherita vota sì: “Ma auspichiamo una migliore comunicazione in futuro”

Diversa la posizione espressa dal Comune di Santa Margherita Ligure, attraverso il suo membro delegato, l’assessora Francesca Tarabocchia che ha invece votato favorevolmente al nuovo piano tariffario e condiviso la decisione di rinviare l’approvazione del piano di risanamento 2025-2029 a nuova data.

“L’ora segna il momento delle scelte impopolari per salvare l’azienda da uno scenario molto grave e per continuare ad assicurare il servizio pubblico locale ai nostri concittadini – dice il sindaco Guglielmo Caversazio – quella presa oggi non è stata una decisione semplice, poiché siamo convinti che serva una maggiore condivisione tra i soci come rilevato dai comuni che non hanno partecipato al voto. Tuttavia, abbiamo voluto dare un segnale ai tremila addetti e alle loro famiglie ribadendo la centralità che la tutela dei lavoratori e del servizio da essi reso alla comunità mantiene nel più ampio contesto di una discussione ancora da approfondire”.

“Auspichiamo che in futuro la comunicazione tra città metropolitana, azienda e soci sia all’altezza di quanto dipende dalla partita del trasporto pubblico: la possibilità di sviluppare politiche di mobilità sostenibile, anche turistica; la salvaguardia di servizi aggiuntivi apprezzati da ampie fasce di popolazione; la necessità di proteggere il pendolarismo professionale e scolastico e persino la sopravvivenza di ampie porzioni del nostro entroterra”, conclude Caversazio.

Campora e Bogliolo (Vince Liguria – Noi Moderati): “Validità degli atti a rischio”

Genova. “Il rappresentante di Città Metropolitana nell’assemblea di Amt non ha ricevuto un mandato del consiglio metropolitano per approvare le nuove tariffe. Il rappresentante del Comune di Genova né il sindaco hanno ricevuto un mandato del consiglio comunale di Genova per approvare le nuove tariffe, neppure dalla giunta per quanto è noto. I rappresentanti degli altri Comuni presenti soci di Amt hanno ricevuto un mandato dal proprio consiglio per votare le nuove tariffe? Non si comprende a che titolo possano aver assunto una decisione a nome dell’istituzione che rappresentano votando un provvedimento che sicuramente esorbita dal mandato ricevuto, anzi il mandato non sembra esserci proprio e quindi risulterebbe un voto di natura personale con tutte le conseguenze del caso”. Così Matteo Campora e Federico Bogliolo, rispettivamente capogruppo e consigliere regionale di Vince Liguria-Noi Moderati, commentano la decisione dell’assemblea di Amt chiamata a votare le nuove tariffe.

“La gestione del nuovo piano tariffario di Amt da parte della sindaca Salis denota una poca attenzione verso le istituzioni e un non adeguato approfondimento nell’affrontare pratiche amministrative complesse e soprattutto dirette a incidere pesantemente sui cittadini”, proseguono i consiglieri. Campora, ricordiamo, è stato assessore alla Mobilità della giunta Bucci in Comune a Genova negli anni in cui sono state introdotte le gratuità e le agevolazioni che decadranno da dopodomani.

“È molto grave che la giunta comunale genovese creda di poter azzerare le competenze della Città Metropolitana, così come è stata istituita dal Governo Renzi, nell’Ambito Territoriale del trasporto pubblico locale e del contratto di servizio sottoscritto con l’azienda e di conseguenza nella politica tariffaria. Nutriamo seri dubbi sulla validità di eventuali atti conseguenti alla mancata adozione della delibera da parte di Città Metropolitana, ma soprattutto ad una grande confusione per l’azienda e per gli utenti, sul punto è da auspicare in ogni caso il coinvolgimento delle Associazioni dei Consumatori”, concludono Campora e Bogliolo.




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