Amt, i sindacati dei trasporti lamentano assenza di relazioni con i vertici e i dirigenti

Genova. Le segreterie rsa Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa-Cisal scrivono ad Amt lamentando poche informazioni sul piano industriale e una situazione lavorativa che lascia i dipendenti in balia degli eventi, mettendoli a rischio.
“Da quasi 100 anni Amt (prima Uite) è un’unica azienda che offre alla Città di Genova, e oggi anche al servizio metropolitano, un servizio di trasporto pubblico locale che, tra mille difficoltà quotidiane, ha sempre reso possibile l’effettivo esercizio del diritto alla mobilità, che ricordiamo è un diritto primario previsto dalla Costituzione Italiana. Tutte le priorità legate al servizio rappresentano il fine ed il dovere di ogni azienda di Tpl, attraverso le sue direzioni, e di tutti i suoi dipendenti; ad oggi, purtroppo, sembrano ricordarlo solo i lavoratori che quotidianamente, attraverso il loro personale spirito di sacrificio, cercano di superare tutte le difficoltà derivanti da una totale mancanza di gestione delle esigenze e delle urgenze, che nel Tpl sono quotidiane, legate al servizio offerto ai cittadini e alle lavoratrici e lavoratori che lo rendono possibile”.
Per le sigle sindacali Amt oggi, “non è di fatto in grado di relazionarsi con chi rappresenta i lavoratori cercando di trovare soluzioni ai mille problemi che emergono ogni giorno. Questo vale sia per i vertici aziendali che per i vari dirigenti”.
I sindacati riepilogano alcune carenze: “salubrità dei luoghi di lavoro; continui trasferimenti anche quando si potrebbero evitare; servizio e ferie nel periodo natalizio; mancanza pezzi di ricambio per far uscire le macchine e continua attività di ‘cannibalismo’ sulle altre vetture; continui turni scoperti di guida e di verifica; consistenti modifiche ai turni senza convocazione Cot; reinterpretazione degli accordi (vedi dei mancati cambio); sistema richiesta e concessione ferie; mancata puntuale programmazione del servizio che andrebbe integralmente coperto, mancanza per la quale si lasciano i lavoratori in balia degli eventi, causando situazione di conflitto con l’utenza e di rischio per i propri dipendenti. Inoltre ci era stato detto che il piano industriale, sul quale si basa il piano di salvataggio di Amt, sarebbe stato condiviso con le organizzazioni sindacali che, allo stato, conoscono solo i capitoli sui quali poggerà ma non il contenuto; ovviamente, nel frattempo, dalla stampa apprendiamo che il consiglio di amministrazione ha già approvato il piano industriale e che la Camera di Commercio ha già nominato l’esperto che si occuperà della composizione negoziata della crisi. Se questo, per qualcuno, rappresenta un sistema di relazioni industriali corretto e soprattutto efficace, crediamo sia completamente fuori strada”.
L’invito ad Amt da parte dei sindacati è che Amt torni a essere un’azienda di trasporto pubblico locale “che si occupa prioritariamente dei servizi che deve offrire alla città e di come i suoi lavoratori debbano essere messi in condizione di farlo; questo è un dovere e non un piacere”.




