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“Amo l’Italia, ma ho l’Africa nel cuore”. Metonyekpon sul ring, live streaming su Repubblica


ROMA – “Parlare di integrazione presuppone un punto di partenza diverso. Io sono qui da quando avevo 8 anni e raggiunsi i miei genitori, mi sono sempre sentito italiano. Ho studiato qui, il razzismo da me non è mai arrivato”. Charlemagne Metonyekpon, detto Charly, peso superleggero, sarà il protagonista principale della serata pugilistica che Repubblica trasmetterà live streaming domani, venerdì 24 gennaio, a partire dalle ore 20,30. Affronterà il francese Mohamed Kani, in palio l’Ebu Silver della categoria, in pratica una semifinale per guadagnarsi la sfida al titolo europeo. Nel sottoclou anche i match tra Simone Spada e Pietro Caputo (Pesi Leggeri), e tra Mattia Occhinero e Yin Gaigedo (Super Gallo).

Tutta Osimo con Charly

“Questo incontro rappresenta un crocevia – spiega Charly – per salire di livello. Sono carico e emozionato, mi sento come la prima volta che ho combattuto per il titolo italiano”. Dalla sua il sostegno del pubblico di Osimo, città dove è arrivato venti anni fa e dove vive con la moglie: “Anche lei è venuta da lontano, anche se un po’ meno di me. È siciliana (ride, ndr)”.

Boxe, lavoro e famiglia

La sua è una vita scandita dai ritmi che esigono famiglia, boxe e lavoro: “Con il pugilato in Italia non si riesce a vivere, quindi lavoro. Sono manutentore in una ditta, mi occupo della parte idraulica”. All’origine del suo rapporto con la boxe, nessuna storia romanzesca: “Alcuni amici mi hanno convinto a seguirli in palestra, poi loro hanno mollato e io sono ancora qui”. Pugile tecnico (“La mia fonte di ispirazione è Sugar Ray Leonard”), spiega che “l’importante è vincere, non cercare il ko”.

L’emozione del ritorno nel suo Benin

Salirà sul ring con due bandiere sui pantaloncini: quella italiana e quella del piccolo Benin, dove è nato 28 anni fa a Ekpé: “Negli occhi di bambino mi erano rimasti quei colori dell’Africa. Il verde, il rosso, il giallo. Non ci ero più tornato, l’ho fatto quest’estate dopo venti anni. L’emozione provata è stata bellissima, ma anche strana, ho ritrovato le origini. E mi sono reso conto che anche l’Africa sta cambiando. Dove c’erano i boschi ci sono le strade. Speriamo solo che non si europeizzi troppo..”. Sul futuro della carriera: “Nessun punto d’arrivo prefissato. Parto e finché vado. Vado. L’importante è dare sempre tutto”.


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