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“Amo follemente mangiare. Mi faccio di quei piatti di pasta, sai cosa vuol dire mangiarne due etti? La dieta, ogni tanto sì ma quando la faccio ho l’occhio triste”: così Iva Zanicchi

Della sua autobiografia che parla della sua vita attraverso ricette, parla al Corriere della Sera. Il libro si chiama Quel profumo di brodo caldo, e il motivo per cui Iva Zanicchi ha deciso di darlo alle stampe non è esattamente il modo in cui cucina ma un altro: “È che io amo follemente mangiare. Io vivo per mangiare, a differenza di mia figlia Michela che mangia per vivere. La mia è una fame ostinata, persistente, costante, insistente. Mi faccio di quei piatti di pasta… Sai cosa vuol dire mangiare due etti di pasta?”. Insomma, un amore di quelli puri, parrebbe. E sulle diete confessa: “Ma sì, ogni tanto la faccio. Pure Michela mi stressa dalla mattina alla sera, mi dice di trattenermi per la salute, mi tratta come se avessi 80 anni, invece ne sto per compiere 86! Solo che quando sono a dieta ho l’occhio triste. Quindi con Fausto Leali, che è un buongustaio anche lui e abita come me in Brianza, ogni tanto ce ne freghiamo e andiamo a fare di quelle scorpacciate al ristorante. Lo facciamo per lo spirito. Del resto, io sono nata affamata”.

Il racconto della nascita (“Dopo due figlie femmine, i miei genitori volevano il maschio, una volta era così. Avevano persino organizzato una festa per la mia nascita ma quando scoprirono che ero femmina la annullarono. Una crudeltà inaudita a pensarci oggi. Morale, credo che il vuoto derivato dalla delusione di mio padre Zeffiro sia diventato il mio e si sia trasformato alla fine in fame”), quello sulla nonna Armida che imparò a cucinare in Liguria mentre era “a servizio da una nobile famiglie genovese”, e sulla mamma Elsa, una ‘sfoglina’. Poi la rivalità presunta con Milva, e la risposta alla domanda se sia stata mai infastidita da qualche dommento sull’aspetto fisico: “Solo una volta ci rimasi malissimo quando in un titolo su un giornale usarono l’espressione “la giunonica Zanicchi”. In realtà ero magrissima, alta, con la vita stretta, ma il seno abbondante ingannava. Alla fine, comunque, me ne sono sempre fregata”. Piatto preferito di Zanicchi? “Tutto ciò che si arrotola. Spaghetti o tagliatelle, in tutti i modi possibile. Aglio, olio e peperoncino. Con il tonno. Con i pomodorini. Con il ragù, ma solo le tagliatelle: lo spaghetto non sopporta sughi pesanti. Al doppio burro maestoso, ricetta di mia mamma. Oppure alla poverella, come mi ha insegnato Marisa Laurito, una specie di carbonara senza guanciale: cioè pasta condita con due uova a testa appena scottate e tantissimo burro”.


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