Amazon Usa smentisce: «Mai preso in considerazione» l’esposizione del costo dei dazi
Nuovo capitolo nella polemica fra Amazon e l’amministrazione Trump. Dopo che il megastore online è stato stigmatizzato dall’amministrazione Usa per voler esporre gli aumenti dei prezzi dovuti ai dazi, Amazon ha afferma di non aver «mai preso in considerazione» la possibilità di esporre nel prezzo dei suoi prodotti il costo dei dazi. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando un portavoce della società che spiega che la «squadra che gestisce il negozio ultra low cost Amazon Haul ha considerato l’esposizione del costo dei dazi su alcuni prodotti. Questo però non è mai stato preso in considerazione dal sito principale di Amazon».
La Casa Bianca aveva infatti criticato, sulla base delle indiscrezioni riportate da Punchbowl, la presunta decisione di Amazon di mostrare il costo dei dazi definendola «ostile e politica».
«Questo è un atto ostile e politico da parte di Amazon», aveva infatti dichiarato ai giornalisti la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt. «Perché Amazon non l’ha fatto quando l’amministrazione Biden ha portato l’inflazione al livello più alto degli ultimi 40 anni?».
I commenti di Leavitt sono arrivati dopo che Punchbowl News ha riportato che il gigante dell’e-commerce avrebbe «presto» iniziato a mostrare il costo dei dazi statunitensi sui singoli prodotti accanto al prezzo totale di listino. Il rapporto includeva pochi altri dettagli sul piano. I rappresentanti di Amazon non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento.
Aziende come Amazon e il gigante del fast fashion Shein Group Ltd. si stanno preparando a un dazio del 120% su molti dei loro prodotti a causa della decisione del governo statunitense di porre fine all’esenzione «de minimis» per i piccoli pacchi provenienti dalla Cina continentale e da Hong Kong. Negli ultimi anni, gli esportatori avevano sfruttato l’esenzione, che consentiva a merci di valore inferiore a 800 dollari di entrare negli Stati Uniti senza tariffe o dazi doganali.
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