Società

Amanda Lear: «Damiano dei Måneskin voleva un duetto a Sanremo. Ho chiesto dei soldi, loro si sono offesi»

Zero peli sulla lingua, un’infinità di ricordi memorabili. A 85 anni, Amanda Lear dice le cose come stanno. Intervistata dal settimanale F in occasione della mostra The Eye of Amanda Lear a Milano, l’artista racconta aneddoti, alcuni dei quali molto scottanti. Per esempio: «Damiano dei Måneskin mi voleva a Sanremo per un duetto, ho chiesto dei soldi e si sono offesi. Non li conoscevo, ho detto di no. Ma chi sono questi ragazzi tutti truccati?».

Di se stessa, Amanda Lear precisa: «Non mi drogo, non bevo, non ho bisogno dello psicoanalista». E intanto prepara il suo 23esimo disco, in uscita questo autunno. Nel corso della lunga intervista la cantante, pittrice, attrice, musa francese si confessa con sincerità: dai primi amori artistici alla relazione lunga 16 anni con Salvador Dalí . «Lo ritenevo antipatico, preferivo Picasso, De Chirico, Magritte. Non eravamo d’accordo. Lui diceva che Rembrandt era un orrore, Chagall faceva schifo, Cézanne non sapeva dipingere, Magritte era un piccolo artigiano belga e De Chirico dipingeva sempre le stesse cose. Invece poi è nata una grande storia». Tanti gli uomini passati nella sua vita, da David Bowie a Manuel Casella, e ancora di più quelli che oggi le scrivono su Instagram offrendosi nudi come modelli («Li dipingo a memoria ormai. E ho buona memoria»).

Protagonista fino all’8 giugno alla Galleria Spazio Guido Tommasi di Milano con cinquanta opere su tela e carta, Amanda Lear ci tiene a rivendicare il suo primo, grande amore: la pittura. Racconta: «Ho studiato all’Accademia di Belle Arti, mai avrei pensato che una sfilata di Paco Rabanne mi avrebbe portata a conoscere Dalí». Ma se il passato è glorioso, il presente non è da meno: in autunno uscirà il suo nuovo album, il 23esimo, con in copertina uno dei suoi quadri. E anche se definisce «brutto» Tomorrow, il suo singolo cult scritto in 5 minuti, ammette: «Mi ha pagato la casa».

Quindi Amanda Lear si smarca dall’estetica imperante dei social: «Tra tutte quelle povere disgraziate mezze nude, influencer con il vestito prestato… Per un po’ ho dovuto mettermi in mostra anch’io, con i vestiti trasparenti, ma non serve a niente. Ah, se l’avessi saputo trent’anni fa! Forse è la vecchiaia». Sincera in modo disarmante e caustica al punto giusto, in perfetto stile Amanda Lear,


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