Emilia Romagna

“Altro che successo, sul terminal container dati esaltati”


“Di fronte all’autocelebrazione, occorre riportare i fatti alla realtà”. Con queste parole Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, interviene duramente sulle recenti dichiarazioni rilasciate da Giannantonio Mingozzi, presidente della Terminal Container Ravenna, società partecipata dai gruppi Sapir e Contship Italia. “Si esaltano i dati di novembre come se fossero un traguardo storico – afferma Ancisi – parlando del raggiungimento, a fine anno, dei 200 mila container movimentati. Ma la realtà è ben diversa e molto meno rosea”.

Secondo il capogruppo di Lista per Ravenna, l’attuale terminal container della Tcr, situato nella Darsena San Vitale, dispone di 250 mila metri quadrati di piazzale e 670 metri di banchina, con una capacità potenziale di 380 mila Teu. “Eppure – sottolinea Ancisi – da vent’anni si veleggia stabilmente attorno ai 200 mila container, ben lontani dagli obiettivi che Sapir e Contship si erano dati nel 2005, quando fondarono la Tcr promettendo di arrivare in breve tempo a 300 mila Teu”.

“I numeri parlano chiaro – prosegue –: il massimo storico è stato raggiunto solo negli anni eccezionali 2021 e 2022, con 212.926 e 228.435 Teu. Altro che crescita strutturale”. Per Ancisi, il quadro diventa “ancora più grave” se si guarda alle scelte infrastrutturali portate avanti negli ultimi anni. “Nonostante un terminal container sottoutilizzato – denuncia – Autorità Portuale e Sapir, con il sostegno della Regione e del Comune di Ravenna, hanno promosso un progetto a dir poco prematuro, per noi addirittura sconsiderato: l’approfondimento dei fondali fino a 14,5 metri, e in alcune zone addirittura 15,5, rispetto agli attuali 10,8, con una spesa di decine di milioni di euro di denaro pubblico”.

L’obiettivo dichiarato sarebbe la realizzazione, in Largo Trattaroli, di un nuovo terminal container, “a beneficio della Sapir, proprietaria dell’area”, capace di movimentare 500 mila container l’anno grazie all’arrivo delle cosiddette “grandi navi” da 400 metri. “Peccato – incalza Ancisi – che sia l’Autorità Portuale stessa, nel dicembre 2012, ad aver dichiarato che navi da 400 metri a Ravenna non arriveranno mai, e che il comandante del Porto abbia chiarito che i limiti oggettivi di questo scalo, fatto di un canale stretto, non consentono simili manovre”.

“E quanto ai 500 mila container promessi – aggiunge – bastano e avanzano i 380 mila che il terminal di San Vitale potrebbe già movimentare, se solo fosse davvero utilizzato”. Nel frattempo, evidenzia Ancisi, “con soldi pubblici è stata costruita la nuova banchina di Largo Trattaroli, ancora una volta a beneficio di Sapir, che si definisce privata pur essendo posseduta in maggioranza dagli enti pubblici del territorio”. Una banchina già impegnata per lo sbarco di circa 1.100 autovetture Omoda & Jaecoo del gruppo cinese Chery, destinate al mercato italiano.

“Le auto – conclude Ancisi – vengono stoccate nei nuovi piazzali realizzati da Sapir sul proprio terreno, in attesa di un terminal da mezzo milione di container che forse non vedrà mai la luce, mentre si continuano a dragare montagne di fanghi dal Candiano e a disperderli per 17 chilometri in mare aperto, inseguendo il mito delle “grandi navi””. “Ravenna – afferma infine il capogruppo di Lista per Ravenna – assiste immobile a questo delirio pubblico. Noi non possiamo tacere. Anche se significa restare, ancora una volta, vox in deserto”.


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