Trentino Alto Adige/Suedtirol

Alto Adige, una rete per il salvataggio dei piccoli di capriolo – Cronaca



BOLZANO. Da molti anni le cacciatrici e i cacciatori altoatesini si fanno carico del salvataggio dei piccoli di capriolo nei prati da sfalcio, in stretta collaborazione con agricoltori, agenti venatori e volontari. Questo impegno su base volontaria rappresenta un contributo importante per evitare inutili sofferenze agli animali: i piccoli di capriolo che finiscono sotto le barre falcianti riportano nella quasi totalità dei casi ferite gravissime e muoiono tra atroci sofferenze. Inoltre, le carcasse in decomposizione contaminano il foraggio insilato, costituendo un pericolo mortale per il bestiame.

“Senza l’azione esemplare di centinaia di volontari, il salvataggio dei caprioletti non sarebbe realizzabile in questa misura”, ha dichiarato l’assessore provinciale al Turismo, Agricoltura e Foreste Luis Walcher. Per rafforzare questo impegno è stata istituita, sotto l’egida della Provincia autonoma di Bolzano, la Rete per il salvataggio dei caprioletti – insieme contro la morte da sfalcio. Essa riunisce 15 diversi attori dei settori agricoltura, caccia, protezione della natura e tutela degli animali. La stretta collaborazione tra mondo venatorio, agricoltura, protezione della natura e tutela degli animali, insieme alla Provincia, rappresenta un segnale forte di apprezzamento per l’impegno di tanti volontari. Già nella seduta del 15 luglio, su proposta dell’assessore Luis Walcher, la Giunta provinciale aveva approvato il patrocinio del progetto, che è stato poi presentato lunedì 4 agosto in una conferenza stampa.

Perché i cacciatori salvano i piccoli di capriolo

Nel 2025, quasi 1.000 volontari hanno perlustrato più volte i prati per diverse settimane prima che venissero falciati. “Ciò significa alzarsi presto, alle 4 del mattino”, spiega Benedikt Terzer, direttore dell’Associazione Cacciatori Alto Adige. I cacciatori svolgono quest’attività prima di recarsi al lavoro, per il loro senso di responsabilità nei confronti della fauna selvatica. “Attualmente, la realtà è che nessun altro si assume questo compito, e i numeri – 2.318 piccoli di capriolo salvati – parlano da soli. Si immagini cosa accadrebbe se nessuno si facesse carico di questo problema”, afferma Terzer.

Risultati della stagione 2025

Nella stagione 2025 sono stati 995 volontari impegnati nel salvataggio dei piccoli di capriolo, 105 le riserve di caccia coinvolte, 12.816 ore di lavoro volontario complessive e 2.318 caprioletti salvati.

Maggio e giugno: due mesi critici

Nei prati che vengono ancora falciati manualmente, lo sfalcio non rappresenta un pericolo per i piccoli di capriolo né per altri giovani animali selvatici. Le madri riescono a mettere in salvo la prole per tempo e l’agricoltore può verificare la presenza di piccoli acquattati nell’erba. Anche nei prati sfalciati molto precocemente o molto tardi i piccoli vengono raramente colpiti, poiché in un caso non sono ancora nati e nell’altro sono già abbastanza grandi per fuggire all’arrivo delle falciatrici. I mesi più pericolosi sono maggio e giugno; nelle quote più alte, il periodo critico può estendersi anche fino a luglio.

Gerlinde Wiedenhofer del Servizio veterinario provinciale ha illustrato le conseguenze della morte degli esemplari sul foraggio del bestiame. Il presidente dell’Ordine dei veterinari Franz Hintner ha spiegato quale pericolo rappresenti lo sfalcio per gli animali selvatici. Il presidente Günther Rabensteiner ha approfondito le motivazioni che hanno spinto l‘Associazione Cacciatori a fondare la Rete per il salvataggio dei caprioletti. Il presidente dell’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti sudtirolesi Daniel Gasser ha riconosciuto il lavoro di squadra tra cacciatori e agricoltori.

Il direttore della Federazione Ambientalisti Alto Adige Hanspeter Staffler ha affrontato il problema dal punto di vista della Federazione. Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Stefan Pan ha fatto riferimento al potenziamento dei droni grazie alle risorse di Cassa di Risparmio.




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