Trentino Alto Adige/Suedtirol

Alto Adige, shopping di Natale in calo: «E il lusso è più in sofferenza» – Cronaca



BOLZANO. Se Atene piange, Sparta non ride. Traduzione: se il lusso arranca in questo Avvento di riflusso commerciale, anche il resto, annidato nelle vetrine meno esclusive, non corre più come un anno fa. Tanto che Philipp Moser rivela le prime cifre che ridisegnano le nuove cornici anche dei Portici e del centro:
«Solo nei giorni dell’Immacolata abbiamo registrato un -12% nelle vendite».
 

Il presidente dell’Unione commercio non cita a caso il weekend più consumistico dell’anno: nel 2023 i medesimi giorni erano stati una cavalcata di acquisti. Con un elemento in più di riflessione, che attraversa l’intero periodo pre-natalizio, arrivando fino a queste ultime ore prima della chiusura della vigilia: è il lusso, i grandi marchi, gli articoli che non fanno sconti, quelli che stanno soffrendo di più questo scorcio di 2024.
 

Prova a spiegare il fenomeno Thomas Rizzolli (delegato Unione commercio per Bolzano): «In linea generale i “loghi” più ricercati scontano un fenomeno globale: la contrazione dei grandi mercati russi e cinesi, quelli con grandi capacità di spesa. Ora i loro magazzini, ho saputo, sono pieni. In più, gli stipendi della maggioranza dei consumatori sono fermi allo scorso anno, mentre i costi sono saliti». Ecco gli elementi che avrebbero inciso nello specifico provinciale e, soprattutto, bolzanino.

«Abbiamo visto un inverno anticipato già a fine settembre e a ottobre, con basse temperature. Questo – secondo Rizzolli – ha spalmato i cambi stagione nell’abbigliamento fino ad arrivare a queste settimane con la domanda quasi azzerata». Ma non basta: quello che pesa di più e che travalica anche le potenzialità oggettive in termini di spesa dei consumatori è un punto specifico: l’incertezza. La quale produce un atteggiamento che ne è la conseguenza.
«Molti mi dicono: aspettiamo tempi migliori. Intanto teniamo fermo il portafoglio», racconta ancora il commerciante del centro.
 

Ma non è solo chi sta a capo delle grandi organizzazioni di categoria a registrare un clima di contrazione negli acquisti con particolare riguardo a fasce merceologiche meno popolari. Anche alla Oberalp, uno degli snodi privilegiati dei consumi urbani e non con i negozi Salewa e altro, si sono messe in fila una serie di riflessioni provando a individuare cause e contesti.
 

«Penso a tre elementi – commenta Heiner Oberrauch, che guida la holding di riferimento – partendo dalle date: quest’anno l’Immacolata, tradizionale appuntamento per gli acquisti soprattutto “italiani”, è caduta di domenica, poi la contrazione nell’appeal dei marchi di prestigio e infine la causa di quest’ultima: il carovita e il potere d’acquisto in generale che, nella percezione di molti, ha sconsigliato forti spese».
 

Infine anche un ulteriore punto di riferimento dell’abbigliamento dei Portici mostra di aver registrato novità nelle dinamiche commerciali che si sono riconfigurate in questa fine di stagione. Thomas Demetz, direttore del negozio Oberrauch Zitt, pur allargando lo sguardo agli ultimi mesi («in linea generale non possiamo lamentarci visti i tempi» premette), coglie alcune criticità: «Si è ridotto il potere d’acquisto delle famiglie e anche in un ambito come il nostro che propone abbigliamento di fascia alta, si è notata una minore propensione alla spesa».

Ora il prossimo step, che dovrà fungere da cartina di tornasole: i prossimi saldi post-natalizi. Con un timore di fondo: quelli estivi, quest’anno, non sono poi andati così bene… P. CA.




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