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Allarme ai confini Nato. Mosca prepara il Burevestnik, missile atomico con gittata illimitata: cos’è e cosa può fare

La Russia ha riacceso i riflettori su uno dei suoi più ambiziosi e controversi progetti militari: il missile da crociera a propulsione nucleare Burevestnik. Secondo quanto emerso da fonti di intelligence e monitoraggi civili, una nuova fase di test è attualmente in corso nella parte orientale del Mare di Barents, riattivando le preoccupazioni internazionali sull’impiego di tecnologie a reattore nel campo degli armamenti strategici.

Conosciuto in ambito NATO con il nome in codice SSC-X-9 Skyfall, il Burevestnik è un missile da crociera sperimentale dotato di un propulsore scramjet e di un reattore nucleare miniaturizzato attivato in volo. Secondo la dottrina militare russa, l’arma sarebbe concepita per garantire una gittata intercontinentale virtualmente illimitata, rendendo i sistemi di difesa convenzionali inefficaci nel contrastarla.

I test precedenti, condotti tra il 2017 e il 2018, hanno registrato numerosi problemi: almeno quattro lanci sono terminati con il fallimento, in alcuni casi con il missile recuperato dal fondo del mare. Nel 2018, una fonte dell’intelligence statunitense ha riferito ai media che la Russia aveva avviato la ricerca in mare di un missile precipitato durante un test. L’anno precedente erano stati effettuati quattro test missilistici e i missili che avevano colpito il bersaglio erano stati recuperati dal fondale marino.

La natura dell’arma e i rischi connessi al suo motore nucleare hanno attirato da tempo l’attenzione dei servizi occidentali. Nonostante la portata strategica del programma, né Rosatom né il ministero della Difesa russo hanno mai divulgato informazioni ufficiali. L’area dei test, localizzata nella parte meridionale dell’arcipelago artico di Novaja Zemlja, è classificata come zona militare interdetta.

Le operazioni di test comportano regolarmente l’interdizione temporanea di spazio aereo e acque territoriali. A fine giugno, ad esempio, è stata rilevata la chiusura parziale dell’area a ovest di Novaja Zemlja. Le restrizioni, segnalate su piattaforme open source come Bluesky, sono state però revocate dopo pochi giorni, suggerendo un possibile rinvio o interruzione temporanea.

Al centro della nuova fase sperimentale si trova la base di Pankovo, un sito altamente riservato situato sull’isola meridionale di Novaja Zemlja, attivo dal 2017 e ampiamente potenziato negli ultimi anni. L’accesso all’area, priva di porto permanente, è garantito solo in estate grazie a un molo galleggiante stagionale: i materiali vengono poi trasportati a terra mediante chiatte, data la scarsa profondità della baia. La prima chiusura di quest’anno nell’area, potenzialmente collegata ai test del missile Burevestnik, è entrata in vigore negli ultimi giorni di giugno, secondo l’utente di Bluesky Puca. Le restrizioni sono state revocate la settimana successiva.

Recentemente, sono stati avvistati nella zona i caratteristici container blu della Rosatom, già utilizzati in test precedenti. Tra le imbarcazioni coinvolte figurano la Bukhov, la Petrogradskiy e la Tavr, tutte salpate da Arkhangelsk e ora ancorate nei pressi della baia di Pankovo.

Una quarta nave, la RZK Constanta, è salpata dal delta del fiume Dvina nelle prime ore del mattino del 10 luglio e ha preso la rotta verso nord. La sua destinazione risulta essere il Mare di Barents, ma non è indicato alcun porto di arrivo.


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