Alla Mostra del Cinema di Venezia anche due film girati in Calabria
Sono “Ammazzare stanca” di Daniele Vicari e “Il quieto vivere” di Gianluca Marratese i due film girati in Calabria alla Mostra del cinema di Venezia
Due film made in Calabria sbarcheranno in laguna per l’82esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia che si svolgerà al Lido di Venezia da oggi 27 agosto al 6 settembre 2025. Due film potenti perché, oltre ad essere girati in Calabria, raccontano storie nate dal cuore tragico del suo territorio.
Le due opere, realizzate con la collaborazione della Calabria Film Commission sono: “Ammazzare Stanca” per la regia di Daniele Vicari, in concorso nella sezione Spotlight e “Il quieto vivere” di Gianluca Marratese, evento speciale alla 22esima edizione delle Giornate degli Autori.
AMMAZZARE STANCA
È un film potente quello diretto da Vicari e scritto dallo stesso regista insieme ad Andrea Cedrola, perché “Ammazzare stanca” è liberamente ispirato all’autobiografia omonima di Antonio Zagari, edita da Compagnia Editoriale Aliberti. La pellicola racconta la storia di un ragazzo che si ribella al suo destino criminale. Nei primi anni ’70, Antonio è il figlio di un pericoloso boss che si trova ad uccidere più e più volte ma presto comprende che l’eredità del padre è un onere che non può accettare.
L’opera, prodotta da Pier Giorgio Bellocchio e dai Manetti bros. è una produzione Mompracem con Rai Cinema, e girata anche in Calabria, tra i set di Lamezia Terme, Spezzano della Sila, Camigliatello Silano, San Luca, Bovalino. Nel cast Gabriel Montesi, Vinicio Marchioni, Selene Caramazza, Andrea Fuorto, Thomas Trabacchi, Pier Giorgio Bellocchio, Rocco Papaleo e Saverio Malara.
IL QUIETO VIVERE
Valorizzando il territorio calabrese senza cadere nell’effetto cartolina, nelle location di Corigliano-Rossano e a Sibari le riprese de “Il quieto vivere” di Gianluca Matarrese, prodotto da Faber Produzioni Stemal Entertainment con Rai Cinema, co-produzione Elefant Films con RSI – prodotto da Donatella Palermo e Alex Iordachescu.
Gli interpreti del lungometraggio, Maria Luisa Magno, Immacolata Capalbo, Andrea Magno, Antonietta Giuseppina Mancuso, Carmela Magno, Concetta Magno, Filomena Magno, Sergio Turano, Giorgio Pucci, pur non essendo professionisti, sono impegnati in una sorta di teatro dove litigi e scontri diventano il mezzo per creare narrazione. D’altronde, come ricorda lo stesso filmmaker «In Calabria, terra del sud più profondo, si urla sempre: c’è chi sbaglia, chi si offende, chi viene condannato. Il conflitto è necessario per ristabilire la pace e mantenere un equilibrio precario. E tutto questo è sacro, perché fa parte del “quieto vivere”».
«Il film nasce da una storia vera, vissuta tra le mura della mia famiglia – spiega il regista – In un borgo calabrese dove il rancore è quotidiano e il conflitto è sacro, racconto la guerra domestica tra due cognate, Luisa e Imma. Attraverso un linguaggio che fonde documentario, finzione e teatro, metto in scena un universo chiuso e iperreale, dove ogni lite è una performance e ogni pranzo un campo di battaglia. Con ironia e crudeltà, esploro l’anticamera del crimine, quel momento sospeso in cui la tragedia del reale può ancora essere evitata, forse, grazie al cinema».
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