Società

Alessandro Venturelli scomparso da cinque anni, la madre: «È vivo ed è stato avvistato a Torino, aiutatemi a cercarlo»

«Solo noi familiari comprendiamo il dolore che si prova», dice Roberta Carassai, che con la sua associazione Nostos Italia ha organizzato una manifestazione a Roma il 4 ottobre. Tra le mamme che hanno aderito c’erano Federica Pambianchi, il cui figlio, Riccardo Branchini, 19 anni, è scomparso nelle Marche il 13 ottobre 2024; e Cristina Pittalis, che dal 12 luglio 2024 non ha più notizie di Michael, 26 anni, sparito nelle campagne della Sardegna. Giovani la cui unica traccia restano i tatuaggi, i segni particolari, i volti stampati sui manifesti che i genitori diffondono sui social giorno dopo giorno, mese dopo mese, per anni.

«A volte mi dico che mi sto facendo del male da sola», confessa Roberta Carassai, «ma non posso farci niente: basta il suono del citofono per farmi correre alla porta col cuore in gola». La mente torna sempre a quel giorno di cinque anni fa: Alessandro che dà in escandescenze in cucina, che poi esce per andare dal barbiere e per ore non risponde al telefono. Lei che finalmente riesce a sentirlo: «Sono in macchina, sulle montagne», e lo convince a rientrare. Ma a pranzo, lui si chiude in camera («non l’aveva mai fatto») e più tardi, mentre la madre riposa e fuori piove a dirotto, getta uno zainetto dalla finestra e scappa giù per le scale. «Mio marito gli è corso dietro, lo ha bloccato, lo ha convinto a salire in macchina con lui: “Andiamo a fare un giro, parliamo”. Ma mentre apriva lo sportello, il cane è scappato e lui è corso a recuperarlo. Quando è tornato all’auto, Alessandro non c’era». Scappato, sparito in pochi secondi, inghiottito dalla pioggia.

«Spesso», spiega il prefetto Ordine, «i ragazzi fuggono per conflitti con i genitori. I più piccoli perché non vengono lasciati uscire, andare in discoteca; i maggiorenni perché sognano una vita diversa, viaggiare per il mondo». Trovarli è difficile, se non arrivano segnalazioni.

«Il problema è che, quando presentiamo le denunce, ci sentiamo rispondere che è un allontanamento volontario. Alessandro, per una settimana, non lo ha cercato nessuno, a parte noi familiari. Eppure, ai carabinieri avevamo spiegato che non era possibile che nostro figlio fosse scappato a piedi sotto la pioggia, che probabilmente qualcuno lo aspettava in macchina e lo ha portato chissà dove», dice Roberta.


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