ALBUM: Tiberius – Troubadour | Indie For Bunnies

Brendan Wright aveva messo in piedi i Tiberius da solo, ma ora la cosa si è fatta “più grande” e così abbiamo tra le mani una band fatta e finita. “Troubadour” è l’esordio che mette in luce un vero e proprio talento in evoluzione. Un territorio variegato quello dei Tiberius, con gli arpeggi emo anni ’90 di scuola Deep Elm che incontrano potenza e dolcezza dispensati in egual modo, senza perdere di vista dinamiche sonore che vanno dal folk/country al post-hardcore o addirittura leggeri richiami quasi shoegaze. Tanta carne al fuoco va gestita bene e devo dire che Brendan e la sua truppa lo fanno assai bene.
Un songwriting maturo, ricco di sfumature e di e scelte che potrebbero essere azzardate, mentre invece si dimostrano sempre vincenti e accattivanti. I testi di Brendan affrontano le relazioni fallite e le situazioni sfigate della vita con candore e una sincerità che genera subito empatica, il fatto che poi tutto sia incastonato in canzoni in cui il gusto melodico non manca mai, beh, favorisce l’immedesimazione.
Forse il brano che maggiormente racchiude l’essenza di questo disco è la bellissima “Painting Of a Tree”, che vive di attimi tranquilli che poi improvvisamente si accendono in modo travolgente e intenso, salvo poi tornare a ritrovare la quiete, in modo dolce e onirico, con questa slide guitar bellissima, ma poi ecco che il tono si rialza ancora, poi ritorna la quiete e poi via verso il finalone epico e roboante. Le tante anime di una band racchiuse in un brano magistrale.
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