Cultura

ALBUM: Coral Grief – Air Between Us

Che bello questo album dei Coral Grief di Washington. Un disco tanto raffinato, quanto evocativo e suggestivo, ma sopratutto un disco vitale. Molte volte quello che si può “rimproverare” (tra virgolette, sia chiaro) al dream-pop è quel taglio dilatato che predilige tempi e spazi ampi, mentre i CG sul ritmo ci stanno attenti, molto attenti. Se qualcuno se ne uscisse con “ehi, ma a me sembrano quasi degli Stereolab che si sono dati al dream-pop“, beh, sappiate che io non lo prenderei per pazzo, anzi, tutt’altro.

Ci sono quindi gli arpeggi delicati e momenti eterei che in qualche attimo sembrano quasi strizzare l’occhio allo shoegaze tanto quanto alla psichedelia, ma è quel gusto ritmico circolare e vivace e alcune sensazioni art-rock che ci riportano agli Stereolab. Sia chiaro, niente krautrock in casa Coral Grief, ma c’è è innegabile che certe melodie vocali e certe chitarre space-rock riportano alla mente il gruppo franco-britannico.

Mi piace molto la sonica “Avenue You”, la più shoegaze del lotto, ma poi inevitabilmente sono rapito da “Outback” e i suoi candidi arpeggi, bellissima anche la chiusura con “Almost Everyday”, con quelle leggere impennate appena più corpose su un mondo splendidamente soave e suggestivo.

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