Veneto

Albanese al Parco della Pace. Mea culpa Possamai su Festival?- Vipiù


Il prossimo settembre Vicenza inaugurerà ufficialmente il Parco della Pace, un’area verde simbolo di memoria storica e impegno civico, ricavata dall’ex area aeroportuale Dal Molin. In vista di questo evento, il sindaco Giacomo Possamai ha rivolto un invito speciale alla dott.ssa Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati (Città di Vicenza). È chiaro per un osservatore attento che questo passo associato al richiamo del significato del Parco della Pace, concesso a Vicenza come “mitigazione” (?) per la base, è un tassello, speriamo reale, per mitigare le reazioni negative della parte più sensibile di Vicenza all’Italia-America Friendship Festival.

Il sindaco Giacomo Possamai scrive la lettera di invito a Francesca Albanese all’inaugurazione del Parco della Pace, che si terrà il prossimo settembre.
Il sindaco Giacomo Possamai scrive la lettera di invito a Francesca Albanese all’inaugurazione del Parco della Pace, che si terrà il prossimo settembre.

Un invito dal valore simbolico e civile

Nella lettera ufficiale al profilo ONU, Possamai scrive: «La sua presenza rappresenterebbe per noi un momento di altissimo valore simbolico e civile, capace di parlare in particolare alle nuove generazioni… costituirebbe il cuore delle giornate di inaugurazione del Parco della Pace» (Città di Vicenza).

Il messaggio è chiaro: la città vuole riaffermare la propria vocazione a una cittadinanza attiva e responsabile, dedicata alla costruzione della pace in un contesto locale e globale.

parco della pace
La presentazione del business plan per il Parco della pace

Un contesto segnato dalla mobilitazione: 

Il Parco della Pace sorge sul terreno dove, nei primi anni Duemila, la comunità vicentina si oppose con forza al progetto di base militare statunitense. La scelta dell’evento, secondo Possamai, vuole trasformare quella mobilitazione in un’opportunità per un simbolo collettivo di pace. Nella lettera, infatti, il sindaco, riecco il passo indietro, dialettico, rispetto all’idea del Festival, peraltro accompagnato da un notevole investimento organizzativo e mediatico, che, forse, meglio poteva essere indirizzato verso esigenze più urgenti della città, ha ricordato “le vicende che hanno interessato la grande area verde: ex area aeroportuale Dal Molin, è diventata negli anni Duemila epicentro di una straordinaria mobilitazione popolare, in seguito alla decisione del Governo italiano e degli Stati Uniti, nel 2007, di destinare l’area alla costruzione di una nuova base militare statunitense”.

Prima discussione in Consiglio Comunale

In sede istituzionale, il sindaco anticipa che in Consiglio Comunale, dove non fu discussa l’inziativa festivaliera, sarà discussa una mozione di sostegno al mandato ONU della relatrice e una condanna «ad ogni tentativo di delegittimazione» del suo operato.

Un ruolo di visibilità internazionale

L’invito di Vicenza arriva in un momento in cui, dice Possamai (un altro passo del mea culpa mediatico del sindaco?) Francesca Albanese è sotto attacco politico e mediatico, inclusa una recente campagna di censura e sanzioni da parte degli Stati Uniti, per la sua denuncia della situazione a Gaza, definita «economia del genocidio» da molti attivisti e associazioni che le offrono appoggio e solidarietà umana e istituzionale (saluteinternazionale.info).

Perché la città ci crede

L’amministrazione comunale di Vicenza nell’intento, questa volta condivisibile, del primo cittadino vuole associare il progetto del Parco a un nome simbolo del diritto internazionale e della difesa dei diritti umani. Inserire Albanese tra gli ospiti d’onore sottolinea la scelta di una politica capace di unire comunità locali e temi globali di pace, giustizia e dignità: un’unione incrinata a Vicenza dalla “celebrazione” Italia-USA affidata a Jacopo Bulgarini d’Elci, tra l’altro consigliere esterno per i rapporti con la comunità americana, per le sue note capacità culturali e organizzative che oggi lo vedono, dopo l’incarico come responsabile dell’ufficio stampa del Pd regionale, anche ai vertici della campagna elettorale di Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra e del cosiddetto campo largo alle prossime elezioni regionali per la presidenza del Veneto.

Jacopo Bulgarini d'Elci e e Matteo Bellomo, già spin doctor di Possamai Sindaco, nell'incontro del 26 luglio a Treviso anche di candidati vicentini con Giovanni Manildo per molti lettori "quotidiani" più noto come ... Alessio
Jacopo Bulgarini d’Elci e e Matteo Bellomo, già spin doctor di Possamai Sindaco, nell’incontro del 26 luglio a Treviso anche di candidati vicentini con Giovanni Manildo per molti lettori “quotidiani” più noto come … Alessio


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