Al Teatro Regio buona la prima: le Manon piacciono a tutti
Alla prima del Regio, rose, cioccolatini ed essenze profumate sono diventati ormai una tradizione. E non sono mancati nemmeno per questa Manon Lescaut di Puccini ambientata negli anni Trenta, solo lievemente offuscata dalla concomitanza con l’inaugurazione del Prix Italia all’auditorium Rai che iniziava alla stessa ora. Assente il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, che si è fatto sostituire dall’assessora alla cultura Rosanna Purchia, così personaggi di solito presenti come Evelina Christillin e Patrizia Sandretto non si sono viste. Ecco invece David Avino, patron di Argotec che ha abbandonato i suoi soliti abiti sportivi per indossare un elegante abito Zegna per accompagnare Beatrice Borgia, presidente di Film Commission di nero vestita con un abito lungo di una stilista torinese. Tanti i creators di settore come Valentina Anzani (Opera Meet), Paola Brunello (Manifesti Melomani), e ancora Carlotta Oddone, Simona Bertolotto e Silvia Caroline vestita di Dior.
Ad accogliere gli ospiti il sovrintendente Mathieu Jouvin con la moglie, e il direttore artistico Cristiano Sandri. Sono arrivati anche Giampiero Leo, del consiglio della Fondazione del Regio: «Sono molto contento di questa trilogia di Manon — ha detto entrando nel foyer — che rafforza la mia convinzione che prendere Jouvin come sovrintendente è stata la scelta giusta».
Uomini in smoking e donne in abito lungo. La Manon di ieri sera, ispirata cinema del regista Henri-Georges Clouzot, è stata solo la prima delle tre serate dedicate a questa eroina tragica che andranno avanti sino al 29 ottobre.«Molto accattivante la scelta di queste tre Manon — dice Valentina Anzani di opera Meet — porta la sensualità all’opera».
Sul podio a dirigere l’orchestra ecco Renato Palumbo. il maestro del coro è stato Ulisse Trabacchin. La regia dei tre allestimenti è firmata da Arnaud Bernard, i costumi da Carla Ricotti, le scene sono state quelle di Alessandro Camera. Lo spettacolo racconta dell’amore dello studente Des Grieux (interpretato da Roberto Aronica) per la giovane Manon (Erika Grimaldi) destinata a entrare in un convento. Il punto di partenza per il regista è stato appunto il cinema francese così l’opera di Puccini si ispira ai film del realismo poetico. Il libretto di Illica, Oliva e Praga racconta l’amore e la passione e resta una delle opere più amate dal pubblico operistico da quando nel febbraio 1893 Ha debuttato per la prima volta al Teatro Regio di Torino, con Cesira Ferrani e Giuseppe Cremonini Bianchi. Dirigeva Alessandro Pomè. «Operazione geniale e coraggiosa mettere insieme tre Manon una dietro l’altra ispirate a diversi registi e diverse epoche. Poche fondazioni liriche fanno questo tipo di operazioni», spiega l’assessora Purchia vestita in nero con un abito Antonio Marras.
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