Basilicata

Al San Carlo di Napoli ritorna “La fanciulla del West” di Puccini

Il 17 aprile, il Teatro San Carlo di Napoli aprirà il sipario su una delle opere più evocative e struggenti di Giacomo Puccini: “La fanciulla del West”.


NAPOLI – Domani sera, martedì 17 aprile 2025, il Teatro di San Carlo di Napoli riapre il sipario su una delle opere più evocative e struggenti di Giacomo Puccini: “La fanciulla del West”. La magia della frontiera americana, con i suoi orizzonti sconfinati e i suoi cieli infuocati, torna a prendere vita in una nuova, avvolgente messa in scena, firmata dal grande regista Hugo De Ana. Un allestimento che, già nel 2017, aveva rapito il pubblico, e che oggi, con l’energia di un nuovo cast e la direzione di Jonathan Darlington, promette di trasportare gli spettatori in un viaggio senza ritorno nel cuore della passione, della solitudine e del destino.

“La fanciulla del West” di Puccini: a dirigere il coro e l’orchestra del Teatro San Carlo sarà Jonathan Darlington

Jonathan Darlington guiderà con l’orchestra e il coro del Teatro di San Carlo, preparato da Fabrizio Cassi, regalando alla musica di Puccini tutta la sua intensità e la sua magia. L’orchestra sarà protagonista di una partitura straordinaria, che mescola la dolcezza della lirica a momenti di violenza sonora, dove ogni nota sembra risuonare come il colpo di pistola in una città sperduta nel nulla.

La regia, ripresa da Paolo Vettori, si ispira ai codici visivi del cinema, con scene che sembrano disegnare, più che raccontare, l’immensità di quel West selvaggio e intriso di polvere. Ogni movimento, ogni angolo di palco è pensato per evocare la vastità della terra e la solitudine dei suoi abitanti, come in un quadro dal sapore epico e quasi cinematografico.

I protagonisti dell’opera: Minnie e Dick Johnson

La “fanciulla” del titolo è Minnie, una donna di rara forza, la cui bellezza e indipendenza non bastano a proteggerla dal tormento dell’amore e dalle insidie di un ambiente maschile e spietato. A interpretarla sarà il soprano Anna Pirozzi, la cui voce esplosiva e penetrante saprà dar vita alla complessità del personaggio: Minnie è un’anima fragile, ma tenace, una donna che, tra le insidie di un amore impossibile, deve affrontare la lotta per la propria dignità.

Il suo Dick Johnson, un uomo diviso tra il sogno di una nuova vita e la violenza del suo passato, avrà la voce del tenore Martin Muehle, che farà il suo debutto al San Carlo con una performance che si preannuncia intensa e coinvolgente. E poi c’è lo sceriffo Jack Rance, che con la sua ossessione per Minnie diventa l’archetipo della legge che non lascia spazio alla redenzione. Un ruolo che vedrà sul palco il baritono Gabriele Viviani, la cui potenza vocale risuonerà come il fragore di un cuore infranto.

Gli altri personaggi

Ma “La fanciulla del West” non è solo la storia di Minnie, di Dick e di Rance. È anche il racconto di uomini e donne che cercano un futuro migliore, l’emblema di una società che, nel deserto della frontiera, non ha leggi né certezze, ma solo sogni di libertà e riscossa. A dare corpo a questi sogni, sul palco del San Carlo, saranno anche i numerosi debutti, tra cui quelli di Alberto Robert e Mariano Buccino nei ruoli di Nick e Ashby, e di Leon Kim, Lodovico Filippo Ravizza, Antonio Garés, Clemente Antonio Daliotti e Gabriele Ribis, che interpreteranno personaggi come Sonora, Sid, Trin, Bello e Jack Wallace. La loro energia e freschezza daranno nuova vita al racconto, creando una vera e propria orchestra di voci e destini intrecciati.

Non mancheranno neppure gli allievi dell’Accademia del Teatro di San Carlo, che arricchiranno la produzione con la loro passione e talento, dando un tocco di gioventù e freschezza a un’opera che, pur affondando le radici nella storia, parla di emozioni universali e senza tempo.

“La fanciulla del West” di Puccini: ieri e oggi

Quando Puccini scrisse “La fanciulla del West”, rimase profondamente colpito dal dramma di David Belasco, “The Girl of the Golden West”, che racconta di un’America selvaggia e incerta, dove il desiderio di riscatto è l’unica speranza. Il debutto dell’opera, il 10 dicembre 1910 alla Metropolitan Opera di New York, segnò un evento storico, con la direzione di Arturo Toscanini e i leggendari Enrico Caruso ed Emmy Destinn a dare vita ai protagonisti di una storia che, da allora, ha incantato e commosso il mondo intero. Oggi, quella stessa passione, quella stessa lotta, si rinnova al San Carlo, dove “La fanciulla del West” non è solo un’opera, ma un’esperienza sensoriale, un viaggio nelle emozioni più profonde e nei desideri più inconfessabili dell’animo umano. Una storia di amore e sacrificio, di speranza e disperazione, che ci ricorda che, anche nel deserto più arido, è possibile trovare il seme della salvezza.


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