«Al Ballarin si riparte». I lavori sono fermi da dicembre
SAN BENEDETTO Corsa contro il tempo per terminare il Ballarin dove i lavori sono fermi dallo scorso dicembre e la scadenza per la riconsegna è quella di luglio 2026. La minoranza ha ipotizzato ricorsi da parte dell’impresa e il rischio di perdere i fondi ma il sindaco Antonio Spazzafumo ha ssicurato che, a settembre, il cantiere ripartirà. Questione discussa mercoledì sera in assise dove è stato acceso il semaforo verde per la sperimentazione del taser in dotazione alla Polizia municipale.
Le motivazioni
La questione del Ballarin è emersa nel corso della discussione sul Documento unico di programmazione approvato con 13 voti a favore e 12 contrari. «L’impresa che sta lavorando al Ballarin presenterà un ricorso per lo stop che abbiamo imposto così come perderemo i fondi del Pnrr», è stato l’allarme lanciato dalla consigliera Aurora Bottiglieri.
Sulla medesima linea Giorgio De Vecchis che ha parlato del Ballarin come un «aborto», una volta terminato.
A rassicurare è intervenuto il sindaco Antonio Spazzafumo: «Il Ballarin ha dovuto subire una variante, la ditta sta acquisendo i preventivi e a settembre ripartirà. Tutti mi accusano per una mancanza di visione della città. Chi ha governato per 10 anni dovrebbe avere un’idea complessiva del territorio, come il consigliere Paolo Canducci, invece i cittadini hanno scelto me perché la mia visione probabilmente era più complessiva. Molti sindaci mi invitano a ricandidarmi, io ho cercato di lavorare in questi 5 anni e mezzo. Tante le iniziative e progetti realizzati soprattutto considerando che partivamo da zero. Al prossimo sindaco lasceremo tanti progetti avviati. Per la casa del giardiniere voglio portare avanti il progetto della biblioteca per bambini: dobbiamo ovvimente trovare soldi. Tutti i sindaci hanno avuto crisi politiche: se domani questa esperienza dovesse finire, passerei il testimone al prossimo primo cittadino».
I taser
Lunga è stata anche la discussione che ha portato ad approvare la sperimentazione del taser che verrà dato in dotazione dei vigili come arma di difesa. Sperimentazione che durerà 6 mesi, per poi valutare se dotare in maniera definitiva gli agenti di questo strumento. Contraria l’esponente del Gruppo Misto Luciana Barlocci che ha parlato di una «vera e propria arma» così come Canducci che ha sottolineato come ci sia bisogno di personale e non di armi, mentre a sottolinearne la pericolosità, in qualità di medico, è stata Bottiglieri. Favorevoli, invece, gli uomini del centrodestra a partire da Lorenzo Marinangeli che ha parlato di arma di difesa e non di offesa, che va usata con estrema ratio ma che può essere utile in caso di grave necessità, così Pasqualino Piunti che ha sottolineato la necessità di ascoltare le esigenze dei vigili che chiedono di essere tutelati.
Le perplessità
Perplessità sono state sollevate anche dai banchi della maggioranza. Stefano Gaetani ad esempio ha affermato: «Episodi gravi non saranno mai di competenza dei vigili urbani». Sulla stessa linea Umberto Pasquali: «I vigili devono fare tutt’altra cosa. Per l’ordine pubblico c’è l’esercito che deve provvedere. Un’arma di offesa è sempre pericolosa e va usata con consapevolezza».