Agevolazioni garantite solo fino a ottobre, poi rincari fino a 600 euro al mese
Dura presa di posizione della consigliera comunale di Azione Politica, Serena Pompilio, sulla gestione dei servizi per l’infanzia a Chieti. Al centro della polemica ci sono le tariffe degli asili nido comunali, per le quali – secondo l’esponente di opposizione – l’amministrazione non garantirebbe l’equità sociale per tutto l’anno scolastico.
«È vero che a settembre riaprono i nidi Il Riccio e la Volpe e il Bambi – osserva Pompilio – ma le tariffe agevolate sono previste solo fino al 31 ottobre. Da novembre, anche le famiglie con Isee basso potrebbero trovarsi a pagare le stesse cifre dei privati: dai 150 fino a 600 euro al mese». Una situazione che, secondo la consigliera, mette in difficoltà centinaia di famiglie teatine.
Ma c’è di più. «Non c’è alcuna garanzia nemmeno per le strutture stesse – prosegue – perché bisogna ancora capire quali asili saranno effettivamente convenzionati, dopo la gara bandita da Aeracom». Incertezza che rende difficile, secondo Pompilio, anche la programmazione familiare: «Cosa faranno le famiglie? Iscriveranno i figli con l’illusione di pagare 150 euro, salvo poi doversi adattare a tariffe quadruplicate o a cambiare struttura in corsa?».
La consigliera attacca duramente l’assessorato alla pubblica istruzione: «Si incensano per le riaperture ma non dicono chiaramente che le agevolazioni finiscono ad ottobre. Questa è l’affidabilità che l’assessorato offre alle famiglie teatine».
Criticità anche sull’asilo “Ape Maia”, per cui si attende ancora una data ufficiale di riapertura. «Per ora – conclude Pompilio – sono state comunicate solo le tariffe di settembre. Ottobre resta in sospeso. Le famiglie sono state convocate venerdì per una riunione, ma mancano ancora risposte certe».
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