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AfD fa causa all’intelligence contro la denominazione “estremista di destra”


AfD fa causa all'intelligence contro la denominazione "estremista di destra"

L’Afd rilancia. Il partito di destra radicale ha annunciato di aver avviato un’azione legale contro la decisione dei servizi di intelligence interni di classificarla ufficialmente come partito “di estrema destra” e potenzialmente pericoloso per l’ordine democratico. La conferma è arrivata da un portavoce di Alternative für Deutschland, Daniel Tapp, rimarcando che il ricorso è stato presentato al tribunale amministrativo di Colonia.

In precedenza, l’Afd aveva inviato una lettera di avvertimento – con scadenza lunedì mattina alle 8.00 – in cui si affermava che la classificazione come “confermata organizzazione di estremismo di destra”, così come l’annuncio di questo fatto, erano considerati palesemente illegittimi. Al centro del dibattito politico nazionale, la denominazione emessa dall’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV) consente una sorveglianza rafforzata sul partito guidato da Alice Weidel da parte delle autorità di sicurezza. In soldoni, i funzionari possono ora utilizzare informatori e altri strumenti come registrazioni audio e video per monitorare le attività del partito a livello nazionale.

L’Afd ha denunciato a più riprese una “strumentalizzazione politica” da parte degli organi statali, mentre i servizi segreti giustificano la misura con le tendenze antidemocratiche e xenofobe rilevate in alcune sue sezioni. In particolare, nel corso delle indagini durate tre anni sarebbe emerso il “carattere estremista del partito nel suo complesso e che ignora il rispetto della dignità umana”: “La concezione prevalente del partito riguardo alle persone, basata sull’etnia e sull’origine, è incompatibile con l’ordinamento fondamentale di una libera democrazia”.

La decisione dei servizi tedeschi ha scatenato il dibattito a livello internazionale. Da JD Vance a Rubio, alti funzionari degli Stati Uniti che hanno manifestato sostegno all’Afd. Anche nelle scorse ore il governo ha respinto con fermezza le accuse rivolte.

“Respingiamo con forza le dichiarazioni del segretario di Stato americano” il riferimento a Rubio, che aveva paragonato l’azione dell’“establishment” tedesco a una simbolica ricostruzione del muro di Berlino: “Posso anche riaffermare che le insinuazioni contenuto in quelle affermazioni sono infondate”. Al fianco dell’ultradestra anche il leader della Lega Matteo Salvini, che nelle scorse ore ha definito “tutto fuorchè democratico” quanto si paventa in Germania, ossia la messa al bando del partito.


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