Adesso basta”, la rete dei comitati lancia la sfida per cambiare Genova: “Serve un modello di città alternativo
Genova. “Tra non molto la cittadinanza genovese sarà chiamata alle urne per eleggere il nuovo consiglio comunale, il nuovo sindaco e quindi chi governerà una delle città più importanti del Paese. Tutti gli indicatori statistici sulla qualità della vita segnano, ormai da molti anni, un lento e apparentemente inevitabile declino: Genova è la città più vecchia d’Europa e, per quanto riguarda la qualità della vita, nella classifica fra le 107 maggiori città italiane occupa il 54° posto. Una città dove è sempre più difficile lavorare, curarsi in modo adeguato, abitare, in una parola vivere“.
Queste le parole scelta dalla Rete Genovese dei Comitati per introdurre le prossime iniziative pensate per rilanciare il dibattito sui temi portati avanti in questi anni in vista delle prossime elezioni comunali genovesi. Iniziative che si materializzeranno in tre appuntamenti, tre dibattiti pubblici con esperti e studiosi per tracciare un bilancio della contesto genovese e provare a scrivere un nuovo orizzonte politico basato sulle reali necessità della cittadinanza.
“Ormai da anni le politiche urbanistiche delle Amministrazioni che governano Genova non corrispondono più alla realtà della città e soprattutto alle esigenze dei suoi cittadini – scrivono i comitati – Al contrario il modello che viene proposto genera grossi squilibri sociali ed ambientali. La continua cementificazione del territorio, i progetti di grandi opere inutili e impattanti, la desertificazione dello storico tessuto commerciale a causa della localizzazione sempre più massiccia delle grandi catene, e soprattutto la mancanza di una qualsiasi forma di partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche, sono gli effetti più evidenti di queste politiche”.
In altre parole partire dalla presa di coscienza dei diversi piani di realtà, per trovare una nuova modalità di gestione e modellazione dei territorio: “C’è un Paese reale e un altro immaginario – scrivono i comitati – propagandato dalla maggior parte dei partiti, che sempre meno propongono programmi e soluzioni praticabili, e dai media dominanti, che ci raccontano che va tutto bene. Questa discrepanza è sempre più evidente a Genova dove il declino economico si trascina dietro il dramma di un lavoro sempre più povero e precario, un crescente consumo del suolo e del territorio a vantaggio della speculazione edilizia e finanziaria, una salute pubblica a livelli emergenziali e una sicurezza e coesione sociale polverizzate“.
Da qui la necessità di modificare l’amministrazione della città, il prima possibile: “Crediamo sia indispensabile un deciso cambio di rotta nelle politiche amministrative affinché sia messo al centro delle scelte di politica urbana un modello di città alternativo – scrivono – La Rete Genovese dei comitati e delle associazioni che unisce e rappresenta i cittadini più attivi e impegnati per una città equa e solidale propone alla cittadinanza un momento di riflessione collettivo articolato in una assemblea in tre tempi, tre incontri, uniti da un unico filo conduttore che è quello della partecipazione, coesione, sicurezza sociale. Ogni tematica verrà sviluppata secondo questa chiave di lettura”.
Per fare ciò la Rete Genovese dei comitati ha preparato un ciclo di incontri dal titolo “Adesso Basta” che di fatto è una “assemblea in tre tempi” che affronterà le tematiche alla base di questi ragionamenti. Il primo incontro sarà giovedì 27 marzo alle 17 circolo ricreativo Cap via Albertazzi 3r dal titolo “Le Mani sulla Città – l’uebanistica del profitto”, il secondo sabato 5 aprile ore 17.00 a Palazzo Ducale (munizioniere) dal titolo “Lavoro e sviluppo economico in tempo di guerra” e l’ultimo venerdì 11 aprile ore 17.00 di nuovo al circolo ricreativo Cap via Albertazzi 3r dal titolo “La città sicura – Salute pubblica e tutela dei territori”. A intervenire Lorenzo Azzolini, Gianni Barbacetto, Sandra Bonfiglioli, Luca Borzani, Antonio Caminito, Riccardo degli Innocenti, Paolo Farinella, Stefano Fera, Amedeo Gagliardi, Valerio Gennaro, Agostino Petrillo, Alessandro Volpi, Andrea Vergano.