Marche

addio al professor Andrzej Zuczkowski

CIVITANOVA Lutto per la morte del professore Andrzej Zuczkowski, 79 anni, storico docente di Unimc. «Con la sua competenza scientifica, la sua dedizione e la sua capacità di trasmettere entusiasmo – sottolinea il rettore John McCourt – ha contribuito a formare generazioni di studiosi e professionisti, lasciando un’eredità viva e fertile che continuerà a dare frutti nella nostra comunità accademica».

  

La carriera

Nato a Macerata il 15 luglio 1946, figlio di madre italiana, di Civitanova, e di un ufficiale della cavalleria polacca che durante la seconda guerra mondiale liberò la città rivierasca, Zuczkowski è stato un punto di riferimento per generazioni di studenti e studiosi nel campo della psicologia della comunicazione, della psicolinguistica e dell’analisi del dialogo.

La sua carriera all’Università di Macerata è iniziata negli anni Settanta, dopo la laurea in Filosofia con una tesi in psicologia generale sotto la guida di Giuseppe Galli, ed è proseguita fino al 2017 come professore ordinario di Psicologia generale nell’allora Facoltà di Scienze della Formazione, oggi Dipartimento di Scienze della formazione, beni culturali e turismo. I suoi studi, sviluppati anche grazie a collaborazioni internazionali con scienziati come János Sándor Petőfi, hanno approfondito i meccanismi della comunicazione verbale in contesti quotidiani, scientifici, politici e terapeutici, aprendo nuove strade sul tema della certezza e incertezza espresse attraverso il linguaggio.

Nel 2000 ha fondato il dottorato di ricerca in Psicologia della comunicazione e tecniche dialogiche e nel 2005 il Centro di ricerca in psicologia della comunicazione. Accanto a lui si sono formate e oggi proseguono la sua eredità scientifica le professoresse Ramona Bongelli, Ilaria Riccioni e Carla Canestrari, che ne raccolgono il testimone in Unimc. Tra le pieghe della sua biografia spicca una pagina inusuale per un accademico: negli anni giovanili, Zuczkowski fu anche calciatore di Serie A, esordendo con il Bari nel 1969. Per l’epoca, riuscire a portare avanti contemporaneamente studi universitari e carriera sportiva di alto livello era una rarità che attirò l’attenzione dei media, tanto da essere intervistato da Enzo Tortora a La Domenica Sportiva. «Quando smisi di giocare – raccontava – mi sentii come un amante tradito dal suo primo amore, così mi dedicai al secondo, agli studi». Anche dopo il pensionamento nel 2017, ha continuato a collaborare alla vita accademica, insegnando fino a pochi anni fa all’interno del Corso di perfezionamento in comunicazione sportiva, quasi a chiudere simbolicamente il cerchio fra le sue due passioni.

 

Il ricordo

«Andrzej Zuczkowski – ricordano le docenti Bongelli, Riccioni e Canestrari – amava profondamente la vita in ogni sua manifestazione, dalle più grandi alle più piccole: abbracciare con lo sguardo la vastità dell’oceano, come gustare un calice di buon vino in compagnia. Amava i suoi tre splendidi figli e i suoi nipoti; i suoi maestri, verso cui ha sempre mostrato grande affetto, rispetto e gratitudine; i suoi allievi e le sue allieve.

Amava profondamente la ricerca, a cui ha dedicato la vita e, letteralmente, le sue ultime energie: ancora qualche giorno e avrebbe potuto veder pubblicato, su una rivista internazionale, il suo ultimo lavoro sulle domande retoriche. Per tutti era Zuko, l’ex calciatore, il professore poco convenzionale, dall’energia incontenibile, dalla simpatia irresistibile, ma anche dalle spiccate sensibilità, generosità e umanità». I funerali sono stati celebrati ieri nella chiesa di San Pietro, a Civitanova.




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