Addio Adriana Asti, attrice intensa, libera e senza eredi
Musa di registi da Strehler a Visconti, da Pasolini a Bertolucci, Adriana Asti ci lascia all’età di 94 anni: l’addio ripercorrendo la sua carriera
Ci ha lasciati qualche giorno fa, all’età di 94 anni, Adriana Asti, dopo una vita di teatro, cinema, televisione. Una carriera infinita, nella quale è stata musa di registi epocali: da Strehler a Visconti, da Pasolini a Bertolucci, da Buñuel a Bob Wilson.
Milanese doc di natali borghesi e ascendenze israelite, da anni residente a Parigi, nasce nel 1931. Il padre è un imprenditore travolto dalla crisi del dopoguerra. Lei studia in un collegio di suore tedesche ma a diciassette anni, prende al volo l’occasione ed entra – con la disapprovazione dei genitori – nel “Carrozzone”, compagnia itinerante di prosa fondata da Fantasio Piccoli e formata da giovanissimi attori. La nota Giorgio Strehler ed entra, così, nel giro del Piccolo. Lì la scopre Luchino Visconti, «un signore crudele a cui si perdonava tutto», ricorderà. Sente di non saper fare molto, invece il teatro diventa per lei una seconda pelle, il luogo in cui rifugiarsi e splendere. Visconti la porta in scena al Quirino di Roma nel 1955 con “Il crogiuolo” di Arthur Miller. Poi le apre le porte del cinema assegnandole il ruolo della lavandaia nei Navigli in Rocco e i suoi fratelli.
ADRIANA ASTI, AVANGUARDISTICA E PROVOCATRICE
Sono i primi anni ‘60, Adriana frequenta il mondo intellettuale inseguendo idee nuove, esperimenti, provocazioni: da Alberto Moravia ed Elsa Morante al padre della psicoanalisi Cesare Musatti, da Franca Valeri che sarà la sua amica del cuore a Pier Paolo Pasolini per il quale interpreta la prostituta Amore in Accattone. Proprio sul set di quel film conosce un giovane Bernardo Bertolucci, che sarà suo marito per alcuni anni e che la sceglie per il ruolo dell’affascinante e nevrotica zia Gina di Prima della rivoluzione.
Sono questi gli anni dedicati più intensamente al teatro: scrivono per lei anche Cesare Musatti e Natalia Ginzburg, che firma “Ti ho sposato per allegria” che porta in scena insieme a Renzo Montagnani. È un grande successo, con più di duecento repliche. La commedia arriva anche al cinema, ma il suo ruolo è affidato a Monica Vitti.
ADRIANA ASTI E GIORFIO FERRARA: VITA, ARTE E LAVORO SEMPRE INSIEME
All’inizio degli anni ‘70 porta in tournée in America l’epocale “Orlando furioso” di Luca Ronconi; in quel viaggio conosce il regista Giorgio Ferrara, che sarà suo marito fino alla scomparsa di lui, nel 2023. I due legheranno vita e arte, con molti lavori cinematografici e teatrali insieme.
Ma gli anni ‘70 sono anche quelli della sua maturità artistica: viene scelta per il Ludwig di Visconti, per Il fantasma della libertà di Luis Buñuel e per Caligola di Tinto Brass, film scandalo ad alto tasso di erotismo; ruoli minori ma complessi in molti film di Mauro Bolognini; Un cuore semplice, trasposizione da Flaubert scritta da Cesare Zavattini per Vittorio De Sica e realizzata da Giorgio Ferrara nel 1977. Le apparizioni cinematografiche si diradano progressivamente negli anni seguenti.
ATTRICE E DOPPIATRICE VERSATILE, I SUOI PERSONAGGI SEMPRE COMPLESSI
Doppiatrice, tra le altre, di Lea Massari, Claudia Cardinale, Stefania Sandrelli interpreta anche sceneggiati e film per la televisione fino al 2003 quando Marco Tullio Giordana le offre il ruolo della madre ne La meglio gioventù che le vale il terzo Nastro d’argento e il Globo d’oro.
Per il teatro, un impegno e un amore imperituri con titoli e autori che fanno tremare: da “Santa Giovanna” di George Bernard Shaw a “Giorni felici” di Samuel Beckett, da “La locandiera” di Goldoni a “La voce umana” di Cocteau. E poi Pirandello, Susan Sontang, Giovanni Testori.
Pungente, ironica, colta, disinibita, curiosa, versatile, irrequieta, Adriana Asti ci ha regalato personaggi complessi, enigmatici, scolpiti da un temperamento forte, calibrati in modo da esprimere un seducente candore o una torbida sgradevolezza.
Il teatro l’ha sicuramente valorizzata più del cinema italiano, fortemente malato di maschilismo. Marco Tullio Giordana ricorda, con ironia che quando le capitava di annoiarsi, in una cena con gente stucchevole, Adriana perdeva i sensi e si faceva portare via.
Speriamo abbia finto di svenire anche questa volta.
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