Toscana

Addio a Fabio Fioroni, sempre in trincea contro abusi di potere e ingiustizie


Le sue battaglie, le sue proteste, le vicende che raccontava. Fabio Fioroni, che molti conoscevano come Otto, è scomparso negli scorsi giorni. Aveva 79 anni. 

Stando alle prime informazioni, il decesso risalirebbe ad una settimana fa. La salma si trova all’ospedale San Donato, in obitorio: al momento non sarebbe ancora stata reclamata. 

Toccante il ricordo di Mauro Valenti: “Fabio fa parte delle notti e delle leggende aretine a partire dagli anni ottanta e forse anche prima – ha scritto -. Incontrare Otto non era banale. Ogni volta era una sorpresa, da anni, sempre. Per me era come un cartone animato e da Buggs Bunny non puoi chiedere la verità ma dar spazio alla fantasia. Mi ricordo al vecchio Principe mitica discoteca del secolo scorso di una sua serata/colletta per lasciare Arezzo destinazione Australia dove sarebbe andato per sempre. I soldi furono sufficienti per il viaggio ma il soggiorno durò poco. Di rientro andò poi in Sudafrica, dove aveva un ufficio a Johannesburg, vendeva bici, sembra anche Moser , fosse andato da lui per promuovere la cosa, ma qui poi i particolari si allargavano e diventava amico di Mandela e altri personaggi storici. Era in guerra con l’establishment aretino e Arezzo. Sicuramente era contro i palazzi, in primis i vari politici della città. Famoso il suo intervento in un consiglio comunale con petardi e fumogeni rossi, e gli attacchi con magliette ad hoc contro sindaci e assessori. 

Lo ricordo con affetto. Per me le serate e i giorni di Arezzo, per molti di noi, aretini non molto convenzionali, sarebbero state molto meno allegre, e molto più in bianco e nero, tristi e provinciali. Otto solo, sempre per scelta, ma con un mondo che lo ascoltava”.

Anche il professor Claudio Santori ha scritto un post su Facebook in sua memoria: “Indimenticabile agit prop, famoso per le clamorose proteste contro sindaci e assessori, il più delle volte più che giuste, ma purtroppo vanificate dalle modalità scelte per mandarle avanti: striscioni, cartelli e fantasiose magliette dissacranti, castagnole, trombe e perfino fumogeni da stadio. Con l’inconfondibile look della fronte altissima, la ghigna da bastian contrario di professione e gli occhiali a culo di bicchiere, te lo trovavi improvvisamente accanto in eterna trincea contro quelli che denunciava come sprechi, assurdità e abusi di potere: e il bello è che effettivamente tali erano molto spesso. Negli anni Ottanta e Novanta eravamo amici e mi chiamava continuamente per coinvolgermi nelle sue crociate. Era il classico sistematico rompitore di uova nel paniere dei potenti pro tempore, nostrani o foresti. Ora finalmente riposa in pace all’obitorio dove nessuno ne ha ancora reclamato la salma. Mi dispiace sinceramente moltissimo, ma non mi meraviglio: era il classico passero, pardon lupo solitario”.


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