Cultura

Addio a Douglas McCarthy, voce industrial dei Nitzer Ebb


Se n’è andato Douglas McCarthy, l’uomo che ha dato voce alla rivoluzione industrial degli anni Ottanta. Cinquantotto anni, scomparso la mattina dell’11 giugno dopo aver lottato contro la cirrosi. Con lui si chiude un capitolo fondamentale dell’electronic body music, quel genere che ha fatto ballare generazioni intere a suon di drum machine e sintetizzatori cattivi.

Nitzer Ebb nascono nel 1982 dalla mente di tre ragazzini di Chelmsford: Douglas, Vaughan “Bon” Harris e David Gooday. L’idea è semplice quanto rivoluzionaria: prendere l’attitudine post-punk dei Killing Joke e dei Bauhaus, spolverarla di elettronica industriale e servirla cruda, senza fronzoli. Il risultato è una bomba sonora che la Mute Records di Daniel Miller intuisce subito.

That Total Age arriva nel 1987 e spacca tutto. Nello stesso anno i tre si ritrovano a fare da spalla ai Depeche Mode nel “Music For The Masses Tour”. Ma la formazione originale dura poco: Gooday se ne va e resta il duo McCarthy-Harris, che si circonda di collaboratori d’eccezione come Flood e Alan Wilder.

Gli anni che seguono sono una cavalcata trionfale: “Belief” (1989), “Showtime” (1990), “Ebbhead” (1991) e “Big Hit” (1995). Quattro dischi che definiscono i canoni dell’EBM e influenzano tutta la scena industriale europea. Poi, nel ’95, tutto finisce. I Nitzer Ebb si sciolgono proprio quando sembravano aver trovato la formula perfetta.

McCarthy non si ferma. Lavora con Wilder nei Recoil, sperimenta da solista e nel 2004 dà vita al progetto Fixmer/McCarthy insieme al francese Terence Fixmer. La reunion del 2007 riporta i Nitzer Ebb sul palco per una serie di concerti memorabili, seguiti dall’album Industrial Complex nel 2010.

L’ultimo atto si scrive nel 2024, quando Douglas annuncia di dover abbandonare i tour per motivi di salute. La cirrosi che lo ha portato via era già una presenza ingombrante nella sua vita. “È con il cuore pesante che vi informiamo che Douglas McCarthy è scomparso questa mattina”, così la band ha dato l’annuncio sui social, chiedendo rispetto per la famiglia.

McCarthy lascia un’eredità pesante: quella di aver trasformato l’aggressività punk in qualcosa di nuovo, di elettronico, di ballabile ma mai rassicurante. La sua voce graffiante e i suoi testi minimali ma efficaci hanno accompagnato l’evoluzione della musica da ballo degli ultimi quarant’anni. Difficile immaginare la techno, l’hardcore e tutto quello che è venuto dopo senza quei primi, fondamentali, colpi di drum machine dei Nitzer Ebb.

Il mondo dell’elettronica industriale perde oggi uno dei suoi padri fondatori. Ma certe voci, certe intuizioni, certi ritmi non muoiono mai. Continuano a risuonare nelle casse di tutto il mondo, ogni volta che qualcuno ha bisogno di energia pura, di quella roba che ti entra nelle vene e non esce più.




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