Addio a Carlo Pepi, il collezionista nuorese che smascherò i falsi di Modigliani
Il mondo dell’arte saluta Carlo Pepi, critico e collezionista autodidatta, spentosi all’età di 87 anni. Nato a Nuoro nel 1937, Pepi si è affermato come uno dei massimi esperti su Amedeo Modigliani e sui Macchiaioli, diventando celebre per il suo ruolo nella lotta contro i falsi d’arte.
UN CRITICO FUORI DAGLI SCHEMI – Laureato in economia, Pepi non ha mai voluto far parte del mondo accademico, rifiutando anche una laurea honoris causa. Ha costruito la sua vasta conoscenza da autodidatta, investendo i suoi risparmi nell’acquisto di opere e trasformando la sua villa di Crespina, in provincia di Pisa, in un’enorme Wunderkammer con decine di migliaia di pezzi. Nonostante l’enorme valore della sua collezione, Pepi non si preoccupava del lato economico, ma del valore culturale e affettivo delle opere, molte delle quali acquistate direttamente dagli artisti con cui stabiliva un legame di amicizia.

Pepi con una delle false teste di Modigliani
I FALSI MODIGLIANI – L’episodio che lo ha reso famoso in tutto il mondo risale al 1984, quando fu il primo a sostenere che le celebri “teste” ritrovate nel Fosso Reale di Livorno e attribuite a Modigliani fossero in realtà dei falsi. La sua intuizione si rivelò esatta, confermando il suo occhio critico e la sua onestà intellettuale. Più tardi emergerà che le teste erano opera di tre studenti livornesi, Michele Ghelarducci, Pietro Luridiana e Pierfrancesco Ferrucci.
Nel 2017, la sua denuncia sull’autenticità di alcune opere esposte a Palazzo Ducale di Genova ha portato a un procedimento che ha accertato la loro falsità. Da quella denuncia è partita un’inchiesta della procura genovese che ha portato al sequestro di 21 tele. L’accusa mossa dagli inquirenti era grave: si sospettava che l’esposizione avesse lo scopo di rendere autentiche opere false, facendone aumentare il valore per poi rivenderle a prezzi esorbitanti, soprattutto in vista del centenario della morte di Modigliani. Il caso ha coinvolto sei persone, finite a processo con accuse che andavano dalla truffa al falso, dalla ricettazione alla contraffazione di opere. Nonostante le pesanti accuse, la vicenda giudiziaria ha preso una piega inaspettata. Due anni fa, tutti e sei gli imputati sono stati assolti in primo grado. Secondo il giudice, infatti, non è stato dimostrato che fossero consapevoli della natura fasulla delle opere. Tuttavia, il dibattito sull’autenticità dei dipinti non si è esaurito con la sentenza. Tra le tele sequestrate, ben otto sono state considerate non autentiche e saranno “marchiate” con la dicitura “Non riconducibili a Modigliani”. Tra queste figurano opere come Cariatide Rossa/Les Epoux e Ritratto di Moricand. La parola fine su questa complessa vicenda non è ancora stata scritta: si attende infatti il processo d’appello.
Come fondatore della Casa natale di Amedeo Modigliani e direttore della sezione contro i falsi di Art Watch International, ha combattuto la mercificazione del patrimonio artistico. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile, ma la sua eredità, fatta di passione, integrità e un’incredibile collezione, continuerà a vivere. La famiglia ha annunciato che i funerali si terranno oggi, lunedì 25 agosto alle 10, nella chiesa di San Michele Arcangelo a Crespina (Pisa).
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