Marche

Acquaroli-Ricci, il primo faccia a faccia alla Uil su lavoro, sanità e infrastrutture. Ecco cosa hanno detto


ANCONA – Il primo ad arrivare è Matteo Ricci, eurodeputato e candidato governatore per il centrosinistra: jeans, sneakers, giacca blu e un’insolita (per lui) cravatta. Qualche minuto dopo sale sul palco il governatore in carica Francesco Acquaroli, che rincorre il mandato bis con il centrodestra in completo nero e camicia bianca. Il tempo di microfonare i due sfidanti alla poltrona da presidente della Regione Marche e comincia il primo confronto per le Regionali organizzato dalla Uil all’H3 Coworking via Albertini di Ancona moderato da Marco Catalani.

LAVORO: quali strategie per diminuire la disoccupazione giovanile e come pensate di conciliare vita e occupazione per le donne?

Acquaroli: Abbiamo messo in campo una strategia che è quella dell’utilizzo dei fondi sociali europei per andare incontro a occupazione femminile, giovanile ed inclusione sociale. Le imprese devono essere messe in condizione di accogliere le offerte di lavoro: abbiamo messo in campo 9 milioni di euro per l’occupazione e fondi per la formazione. Abbiamo anche firmato un protocollo per il welfare aziendale, con premialità per le imprese che utilizzano questo protocollo. 

Ricci: Purtroppo le Marche sono ferme. Il tema non è solo il lavoro precario ma il problema è che rischierà di mancare il lavoro perché stiamo crescendo poco, per questo serve un patto regionale per il lavoro per orientare al meglio le risorse e sostenere al meglio sviluppo e occupazione. L’effetto dei dazi porterà una contrazione del mercato e servono almeno 10 milioni per aiutare le aziende ad avere nuove commesse e vincere sfida innovazione sull’intelligenza artificiale. Serve creare un Hub regionale per sostenere l’intelligenza artificiale sulla manifattura. Desidero una regione che premia gli imprenditori che fanno stare bene i lavoratori, basta soldi a pioggia, basta click day. Sbagliato aprire le Marche a università come la Link. 

SICUREZZA LAVORO: in aumento gli infortuni sul lavoro denunciati nelle Marche e gli infortuni mortali. Come intervenire sulla prevenzione? Nella catena dei subappalti il profitto vale più della sicurezza dei lavoratori: cosa fa la Regione?

Ricci: Non si può morire per lavoro, sono stati fatti passi avanti nelle normative e nell’ammodernamento dei luoghi dei lavori e noi purtroppo siamo tra le regioni peggiori. Il 5% del fondo sanitario regionale va messo per la prevenzione sul lavoro, per la formazione ci sono fondi della Fse e questi due dati devono essere incrociati per migliorare la situazione.

Acquaroli: Nel 2025 inaccettabile morire sul lavoro, in questi anni agito con servizio e dipartimento prevenzione per implementare i controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Alla strategia istituzionale abbiamo sostenuto la formazione con i fondi Fse. Con Amnil abbiamo portato avanti il progetto (che abbiamo ereditato) della scuola di testimonianza con chi ha subito l’infortunio. Sul tema degli appalti abbiamo fatto protocollo Anac con badge di cantiere per bloccare l’arrivo della criminalità organizzata. Vorrei dare l’ultimo dato: negli ultimi cinque anni regione sul Pil era ultima nel centro italia, ora siamo la seconda dopo il Lazio.

Ricci replica: Non diamo i numeri del Lotto, bisogna prendere atto che le Marche sono ferme. Se dopo cinque anni che avete governato le Marche non crescono vi prendete la responsabilità o è sempre colpa di qualcun altro?

AMMORTIZZATORI SOCIALI: quale è l’idea di politica industriale per riportare gli ammortizzatori sociali ad essere uno strumento emergenziale e non strutturale. Come attrarre investimenti nelle Marche e creare nuova occupazione. La Zes che impatto avrà nel territorio?

Acquaroli: Siamo classificati in Europa come regione in transizione e siamo consapevoli delle difficoltà che abbiamo e che il sistema si è indebolito. Noi vorremmo incidere tantissimo sulla programmazione europea, lo abbiamo fatto cercando di spingere la manifattura, lo abbiamo fatto sull’innovazione, sull’internazionalizzazione, con le star up innovative, la capitalizzazione delle società. E poi la Zes, dove le Marche sono state incluse dal governo centrale che dà nuove opportunità: quando sarà approvata dopo iter parlamentare darà risposte importanti contro la burocrazia e la semplificazione per uscire dalla transizione che abbiamo ereditato.

Ricci: Non consento che i nostri concittadini vengano illusi. Questa Zes è la zona elettorale speciale perchè deve essere approvata, non c’è un euro e mancano più metà dei comuni marchigiani. Non c’è Ancona e il suo porto, per questo è una grande finzione e il fatto che si venga qua a fare lo spot elettorale è la dimostrazione che le Marche sono ferme.

Serve quindi un grande patto per il lavoro. Quello di Acquaroli è un  atteggiamento di grave sottovalutazione di quello che sta succedendo, rischiamo di perdere competitività e di scivolare in basso.

INFRASTRUTTURE: Quale progetto per fare uscire le Marche dall’isolamento infrastrutturale? 

Ricci: Sul trasporto pubblico rimaniamo ultimi in Italia per finanziamento nazionale, bisogna capire che infrastrutture servono per sviluppo. L’aeroporto che abbiamo è inadeguato con cinque voli al giorno, un trasporto bagagli sul truciolare e i voli di continuità che viaggiano sempre vuoti. Se non abbiamo una strategia, prima o poi gli aeroporti chiudono: serve patto tra Ancona, Rimini, Pescara e Perugia. Il treno: abbiamo subito il più grande furto infrastrutturale, avevamo ottenuto 2miliardi per le Marche che  sono scomparsi e che dobbiamo riottenere. Autostrade: subiamo cinque anni di non decisioni per arretrare autostrada o fare terza corsia senza avere un euro in più per le infrastrutture.

Acquaroli: Il porto era fermo da decenni, ora stiamo facendo nuovo prg e nuova grande infrastruttura. L’aeroporto era in fallimento, è stato salvato: la Regione detiene solo il 9% di quota, e abbiamo ottenuto i voli di continuità. Si vola su Madrid, Barcellona, Parigi, Monaco e abbiamo fatto il secondo risultato di sempre nel 2024. Interporto stava fallendo lo abbiamo salvato con 8 milioni. Le infrastrutture vanno potenziate con una strategia unitaria e abbiamo sostenuto la Pedemontana, 1 miliardo di investimenti, la Guinza, la Salaria: tratti che abbiamo portato avanti dopo ritardi atavici. 

Ricci replica: Quando fate elenco infrastrutture finanziate bisogna specificare che sono state finanziate da governi precedenti o da fondi europei. Sull’aeroporto Sanzio vi accontentate della mediocrità e dal fallimento non l’avete salvato voi ma l’ha salvato la giunta precedente.

WELFARE E SANITA’: Vista riforma sanitaria verrà mantenuto aspetto attuale? Quale rapporto tra ospedali e strutture territoriali? Serve presa in carico del cittadino più efficace e strategie per consultori, centri antiviolenza: cosa pensate di mettere in campo? C’è carenza di personale e l’esigenza di rendere attrattiva regione per lavoro e stipendi per tagliare liste di attesa e sovraccarico per il personale: quali sono le strategie per risolvere questa situazione?

Ricci: I problemi della sanità non nascono oggi, ma vi farei qualche domanda: negli ultimi cinque anni la sanità è migliorata? Le liste d’attesa sono aumentate o diminuite? La mobilità passiva è aumentata o diminuita? La Regione ha dovuto spendere 160milioni di euro per i marchigiani che vanno fuori regione per curarsi e un marchigiano su 10 ha smesso di curarsi perchè non trovano risposte nel privato e non hanno i soldi per andare nel pubblico. In cinque anni la situazione è peggiorata e bisogna andare a Roma per chiedere nuovi fondi e arrivare al 7% del Pil altrimenti assistiamo alla privatizzazione della sanità. Quest’estate sono mancate le guardie mediche e tutti sono andati nei pronto soccorso, siamo ultimi in Italia sulla salute mentale e bisogna investire sullo psicologo a scuola, di comunità e crederci perché il cervello va curato. Se non abbiamo medici e infermieri non sapremo come curare i marchigiani ed è su questo che dobbiamo concentrarci.

Acquaroli:  Noi crediamo sull’assetto attuale e il tema del territorio per noi è un argomento derimente. Quando sono arrivato in Regione c’erano 1170 medici di base, oggi ce ne sono 970 perchè non è stato programmato il turnover, siamo in emergenza perchè non c’è medico nel territorio e bisogna gestirlo. Siamo partiti con le Ast ma non abbiamo fatto in tempo a riscrivere la legge dell’emergenza-urgenza perchè il sistema è superato: ma queste non sono problematiche solo nostre, appartengono a tutte le regioni. E’ vero che c’è problema liste d’attesa ma è derivato da una domanda cresciuta dopo la pandemia del 30%. I primi sei mesi del 2025 il sistema produce il 15% in più rispetto al 2019. Stiamo aprendo 50 punti salute, stiamo portando avanti i servizi nelle farmacie dove siamo i primi in Italia e abbiamo messo in campo un accordo con i medici di base per sostenere la medicina del territorio. Va sanata la divergenza tra lavoratore pubblico e privato.

Ricci replica: Ho sentito una cosa grave da Acquaroli, che la colpa delle liste d’attesa è dei cittadini che chiedono troppe prestazioni. La battaglia numero uno è quella di ottenere più fondi, recuperando anche una programmazione sul sociale che in questi anni è completamente mancata.




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