Achille Polonara, che combatte contro la leucemia mieloide: «Aspetto il trapianto di midollo. E sogno di tornare a fare canestro»
«Vedere il pallone finire dentro l’anello è emozionante, anche se si tratta di una palletta di gomma. Il ciuff ha sempre un bel suono». Achille Polonara, quel ciuff, lo conosce bene: cestista classe 1991, 92 presenze con la nazionale azzurra, ha conquistato titoli tra Spagna, Lituania, Turchia ed Italia, in ultimo lo scudetto con la Virtus dello scorso giugno. Un trionfo che è stato anticipato da una notizia shock: al giocatore, infatti, è stata diagnosticata una forma di leucemia mieloide. «Ma io voglio restare in campo», ha dichiarato in una lunga intervista per La Repubblica, «sogno di tornare a fare canestro».
Attualmente si trova a Valencia, dove ha terminato il secondo ciclo di chemioterapia: vive insieme alla sua famiglia, in un appartamento dove – appunto – ha montato un canestrino per tenere accesa quella vibe. «La presenza accanto dei miei figli, Achille Jr. (3) e Vitoria (5), è linfa vitale. Mia moglie Erika ha fatto le notti in ospedale per starmi vicina», ha aggiunto Polonara, che sui social ha pubblicato alcuni video del suo secondogenito alle prese con il canestrino. «È piccolo, ma inizia a divertirsi». Diverso il discorso per la primogenita: «Diciamo che non ha ancora manifestato passione per il basket».
«Sono in attesa del trapianto di midollo, faccio un paio di accertamenti a settimana in day hospital», ha rivelato ancora il cestista. «Considerando la situazione, sto bene: sono pieno di forze e questo mi dà tanta voglia di fare, tanta felicità. Certo, non posso correre sotto 30 gradi, ma il resto mi riesce piuttosto bene». Nel frattempo è arrivata una telefonata da Sassari, la squadra con cui si è messo in mostra sette anni fa, prima di spiccare il volo verso i grandi club europei: «Mi lasciarono libero di scegliere e al presidente promisi che prima di smettere sarei tornato a vestire la maglia della Dinamo».
Pensare che quando gli hanno proposto il contratto, ha immaginato fosse uno scherzo. E invece era tutto vero: «Non potevo crederci, ma era proprio così», ha concluso Polonara. «Ringrazio il presidente, il tecnico Bulleri, l’ad Sardara e il dg Devecchi per avermi dato questa opportunità in un momento delicato dal punto di vista personale, mentre entro ed esco da un ospedale. Ha un valore inestimabile». Dalla Virtus, invece, era arrivata una proposta per un ruolo dirigenziale: «Sarei potuto entrare nello scouting, scoprire talenti. Ma io ho 33 anni e mi sento ancora e pienamente un giocatore di basket. Il mio obiettivo è tornare sul parquet, ci credo davvero: non so quando e non so se, ma voglio lasciare quella porta spalancata».
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