Accordo tra Trump e Putin sull’Ucraina, frenano Zelensky e la Ue: «Non regalare terra ai russi». Contro-piano dell’Europa
A Ferragosto il vertice in Alaska, molti dubbi ma qualcosa si muove. E il Wp: «E’ una nuova Monaco»
Possibile una svolta nella guerra tra Ucraina e Russia che dura da tre anni. Gli incontri diplomatici nel Regno Unito hanno segnato progressi significativi verso l’obiettivo di Donald Trump di porre fine alla guerra. Lo ha riferito un funzionario americano a Cnn e Axios, sottolineando l’importanza del prossimo vertice tra Trump e Vladimir Putin, previsto per il 15 agosto in Alaska, come momento cruciale per definire un percorso di pace.
Il Regno Unito ha ospitato un incontro tra alti funzionari statunitensi, europei e ucraini, con rappresentanti di Italia, Francia, Germania e Ucraina, con la partecipazione del vicepresidente americano J.D. Vance e del ministro degli Esteri britannico David Lammy. Durante i colloqui è emersa la volontà comune di costruire un percorso condiviso di negoziazione, con particolare attenzione al congelamento della linea del fronte attuale come punto di partenza per i negoziati e all’adozione di un cessate il fuoco immediato. La questione territoriale è stata riconosciuta come la più complessa, ma esiste un’intesa di massima sulla necessità che Kiev non ceda alcun territorio in cambio della tregua, una linea sostenuta fermamente dall’Ucraina e dagli europei.
Il premier britannico Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron, nel corso di un colloquio telefonico, hanno ribadito il loro incondizionato sostegno al presidente ucraino Volodymyr Zelensky e alla ricerca di una pace giusta e duratura per il popolo ucraino, appoggiando gli sforzi di Trump per fermare le uccisioni e porre fine alla guerra di aggressione russa. Macron ha evidenziato che il futuro dell’Ucraina non può essere deciso senza il coinvolgimento dei cittadini ucraini e dell’Unione Europea, poiché è in gioco anche la sicurezza europea.
Il premier britannico ed il presidente francese, spiega il Govenro inglese, “hanno accolto con favore gli sforzi del presidente Trump per fermare le uccisioni in Ucraina e porre fine alla guerra di aggressione della Russia, e hanno discusso su come continuare a lavorare a stretto contatto con il Trump e Zelensky nei prossimi giorni”.
Il presidente Zelensky ha definito i colloqui “costruttivi” e ha sottolineato che il percorso verso la pace deve essere determinato insieme all’Ucraina, e solo con l’Ucraina. Zelensky ha inoltre espresso il bisogno non di una semplice pausa nelle ostilità, ma di una pace vera e immediata, sostenendo integralmente l’approccio proposto da Trump. Ha inoltre richiamato alla necessità che la Russia non possa più ingannare nessuno e ha confermato l’importanza di mantenere una forte pressione sul Cremlino affinché ponga fine alla guerra illegale.
“Non ho sentito alcun partner esprimere dubbi sulla capacità dell’America di garantire la fine della guerra – ha scritto su X il presidente ucraino -. Il presidente degli Stati Uniti ha le leve e la determinazione necessarie. L’Ucraina ha sostenuto tutte le proposte del presidente Trump, a partire da febbraio. Ciò di cui abbiamo bisogno ora non è una pausa nelle uccisioni, ma una pace vera e duratura. Non un cessate il fuoco in un futuro prossimo, tra qualche mese, ma immediatamente. Il presidente Trump me l’ha detto e io lo sostengo pienamente”.
Dal dialogo tra le parti emerge anche la discussione su future garanzie di sicurezza per l’Ucraina da legare alle concessioni territoriali, mentre le sanzioni americane contro la Russia rimangono parte del confronto, sebbene al momento il pacchetto di misure punitive “Graham” sia in stand-by. Tutti i partecipanti hanno ribadito il sostegno a Kiev e l’importanza di proseguire insieme, raccogliendo la sfida della pace dopo oltre tre anni di conflitto.
Ma non tutto convince anche in America. Dubbi sono stati espressi da Washington Post secondo cui «Vladimir Putin sta preparando per Donald Trump un’altra Monaco». L’editorialista del Washington Post e membro del Council of Foreign Relations Max Boot, spiega che Trump sta lasciando che Putin lo manipoli ancora. «Se Trump accettasse le condizioni di Putin si tratterebbe della ripetizione dell’accordo di Monaco del 1938, quando il primo ministro britannico Naville Chamberlain cedette ad Adolf Hitler i Sudeti – una regione di quella che era allora la Cecoslovacchia – senza consultare i cechi. In cambio Chamberlain non ricevette altro che promesse vuote di pace», spiega Boot.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA