“Accordo sulla tregua”, poi la smentita. Cosa succede a Gaza

Articolo in aggiornamento
La notizia della tregua ha retto per pochi minuti, poco dopo le 19.00 ora italiana. Tuttavia, fonti israeliane hanno smentito la notizia apparsa su al Arabiya secondo cui lo Stato ebraico e Hamas avrebbero raggiunto l’intesa per una tregua di 60 giorni nell’ambito del negoziato sugli ostaggi. Lo riporta il Times of Israel, citando un funzionario israeliano. A stretto giro anche Hamas ha smentito che sia stato già raggiunto l’accordo, secondo quanto scrive Haaretz. Una fonte di primo piano di Hamas, interpellata da al-Jazeera, ha confermato che è falso quanto diffuso da alcuni media arabi sull’ok al piano dell’inviato della Casa Bianca, sottolineando che il movimento palestinese sta ancora studiando la proposta.
Secondo le notizie inseguitesi sui media arabi, Benjamin Netanyahu aveva accettato “l’ultima proposta” dell’inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, “consegnata la notte scorsa“. Lo avrebbedichiarato il primo ministro israeliano nel corso di un incontro con le famiglie degli ostaggi, stando a quanto riferito dal sito di Canale 12. “Hamas non ha ancora risposto – ha aggiunto – Non ci fidiamo delle promesse di Hamas di liberare gli ultimi prigionieri e pertanto continueremo la guerra finché Hamas non sarà eliminato e non lasceremo la Striscia di Gaza finché tutti i prigionieri non saranno restituiti“. La conferma era giunta anche da Axios, citando una fonte presente all’incontro.
Tuttavia, non è ancora chiara la causa di questa sovrapposizione di notizie. Ad aggiungere incertezza su incertezza, la Casa Bianca, che ha spiegato che Trump e il suo inviato Steve Witkoff “hanno presentato ad Hamas una proposta di cessate il fuoco che Israele ha appoggiato e supportato“. “Israele ha firmato questa proposta prima che fosse inviata ad Hamas“, ha detto la portavoce sottolineando che “le discussioni con Hamas continuano“.
La proposta avanzata dall’emissario della Casa Bianca prevede una tregua di due mesi, durante la quale verrebbero rilasciati dieci ostaggi in due gruppi, a distanza di una settimana l’uno dall’altro. Netanyahu, secondo la stampa israeliana, avrebbe accettato il piano, mentre Hamas sarebbe rimasto deluso, giudicandolo meno equo rispetto a precedenti formulazioni negoziali.
Stando ai media locali, il piano includerebbe inoltre la restituzione reciproca dei corpi: 18 israeliani da parte di Hamas e 180 palestinesi da parte di Israele. Sul tavolo anche la liberazione di 125 detenuti palestinesi condannati all’ergastolo e di 1.111 prigionieri provenienti da Gaza, arrestati in seguito all’attacco del 7 ottobre, tra cui 100 che stanno scontando lunghe pene dopo essere stati riconosciuti colpevoli di attacchi mortali. Ogni giorno, centinaia di camion carichi di cibo e aiuti umanitari potrebbero entrare a Gaza.
Tuttavia, secondo un alto esponente del governo israeliano, l’intelligence dello Stato ebraico ritiene improbabile che Hamas accetti l’intesa. Il movimento islamista palestinese, riferisce il portale israeliano Walla, avrebbe espresso forte insoddisfazione per la nuova bozza, giudicata sbilanciata in favore di Israele e priva di una garanzia concreta da parte di Washington che la tregua di 60 giorni evolva in un cessate il fuoco permanente.
Secondo le fonti, Hamas teme che, anche in caso di estensione dei negoziati oltre i due mesi previsti, la sospensione delle ostilità non venga prolungata automaticamente, lasciando margini a Tel Aviv per riprendere unilateralmente le operazioni militari — come avvenuto lo scorso marzo.
Source link