Accordo inevitabile, ora l’Europa cambi rotta. Meloni ha evitato lo scontro
“Dopo i dazi imposti su gran parte dell’interscambio UE–USA, ora l’Europa deve cogliere il momento e cambiare rotta.” Lo afferma Marco Squarta, europarlamentare di Fratelli d’Italia nel gruppo ECR e membro della Commissione ECON, commentando il compromesso sul dazio uniforme del 15% tra UE e Stati Uniti.
“Senza un accordo, avremmo visto tensioni commerciali altissime. L’intesa evita il peggio, ancora non conosciamo i dettagli tecnici e alcuni aspetti restano in fase di trattazione, ma rimane il fatto che i dazi impongono costi ai produttori europei – e italiani – che rischiano di rallentare la ripresa.” Squarta sottolinea che i settori più minacciati sono quelli caratteristici del Made in Italy: agroalimentare, vino, meccanica di precisione, automotive, tessile, in particolare le PMI, motore dell’economia nazionale. “Solleciteremo la Commissione europea a intervenire su tre fronti: compensazioni economiche mirate, semplificazioni normative urgenti e una revisione delle politiche interne che funzionano come dazi nascosti.”
In questo senso, Squarta contesta il Green Deal europeo: “Le politiche ambientali e fiscali stanno pesando sulle nostre filiere, indipendentemente dagli accordi commerciali con gli Stati Uniti, Se Bruxelles dà spazio ai dazi sul fronte esterno, non può imporre restrizioni aggiuntive all’interno. Il sistema produttivo italiano non sostiene questa doppia pressione.” A questo proposito, richiama la necessità di strumenti straordinari a tutela delle imprese italiane: “Servono misure mirate di defiscalizzazione, un fondo europeo per il Made in Italy e deroghe temporanee a obblighi regolatori incompatibili con la congiuntura economica. Non possiamo parlare di sostenibilità se distruggiamo la nostra industria. Se l’Unione non corregge la rotta, spetterà alla politica intervenire.”
“Il Governo italiano ha agito per evitare uno scontro frontale con gli Stati Uniti. Ora l’Europa deve dimostrare di saper governare la sua economia. Salvaguardare le nostre imprese non è un favore, ma un dovere. E a chi oggi finge indignazione, come Giuseppe Conte, ricordo che nel 2019 da Presidente del Consiglio subì senza reagire i dazi USA sull’agroalimentare italiano, accettandoli in silenzio mentre le nostre filiere venivano penalizzate. La coerenza è un valore che vale anche all’opposizione”.
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