Umbria

Accordo di programma Ast, voci critiche: «Bene, ma non da brindisi»


di M.R.

All’indomani della firma dell’Accordo di programma Ast, sono svariate le possibili considerazioni. A livello industriale intanto, la prospettiva dell’acciaio magnetico è stata rinviata alla fase successiva al 2028, come del resto le possibili agevolazioni sul costo dell’energia, alla scadenza delle concessioni idroelettriche. Su un vero e proprio rilancio del sito tutto da dimostrare. Nulla insomma, che non potesse essere già sottoscritto tre anni fa, viene da pensare. Evidentemente la giunta regionale Proietti è stata più convincente con l’azienda e, dal punto di vista ambientale, ha trovato soluzioni maggiormente al passo coi tempi e un punto d’incontro più solido pure con il Comune di Terni. La questione occupazionale resta in campo neutro: l’azienda, da accordo, è impegnata solo al mantenimento dei livelli attuali e, fuori dossier, non sfugge che gli stop produttivi della fabbrica ternana siano ricorrenti. Proprio mentre a Roma si firmava l’intesa, mercoledì, una linea dell’area a caldo subiva una fermata programmata che si protrarrà fino alla fine di giugno. Tuttavia il clima generale è di soddisfazione e svolta, e anche il cavaliere Arvedi finalmente ha ringraziato le istituzioni. La vera grande novità rispetto ad accordi del passato, spesso lettera morta, è l’istituzione di questo comitato supervisore e l’introduzione di clausole di salvaguardia e penalità per inadempimenti. Funzionerà? Buona parte della politica intanto lancia messaggi di parte a contendersi i meriti. Ma c’è anche qualche voce fuori dal coro.

Claudio Cipolla «C’è ancora molto da fare – esordisce il segretario generale della Camera del lavoro di Terni, Claudio Cipolla -. L’Accordo certamente non soddisfa le aspettative che si erano determinate relativamente agli annunci. Nel corso della lunga discussione che ha portato a questo accordo, in cui le organizzazioni sindacali sono state coinvolte solo nella fase conclusiva e solo a titolo informativo, avevamo chiesto di ampliare il ragionamento e il confronto su un rinnovato patto di territorio capace di rispondere alle criticità presenti e rilanciare gli investimenti, migliorando fattori localizzativi e creando nuove opportunità per tutto il tessuto produttivo e lavorativo locale. Questo, purtroppo, non rientra ancora oggi in nessuno degli impegni sottoscritti».

Energia e infrastrutture «Rispetto a quanto illustrato – rileva Cipolla – non hanno trovato soluzione i nodi che i suoi sottoscrittori denunciavano invece fossero in precedenza di ostacolo alla firma: infrastrutture e costi energetici. Nel testo vi sono solo degli impegni futuri sui quali, a nostro avviso, c’è ancora molto lavoro da fare. È importante, invece la chiusura degli aspetti su investimenti e strumenti a supporto relativi alla sostenibilità delle produzioni, sia in termini di efficienza energetica che di riduzione delle emissioni climalteranti. Altrettanto importante è l’impegno su tutto il versante ambientale, finalizzato alla compatibilità tra fabbrica e territorio in un quadro di miglioramento complessivo della qualità dell’aria e dell’ambiente, dentro le normative attuali. Vi sono perciò importanti investimenti incentrati su tali ambiti che rappresentano la volontà del mantenimento del sito, ma rispetto al progetto e agli importanti annunci iniziali non c’è ancora un vero piano di rilancio e sviluppo. Il vero progetto di sviluppo partirà, se le condizioni e il contesto lo favoriranno, solo a partire dal 2029 perché, prima di quella data sono previsti, ma non certi, ulteriori investimenti legati allo sviluppo e alla crescita produttiva». Per la Cgil di Terni, in ogni caso, quanto sottoscritto rappresenta comunque una tappa importante e fondamentale attraverso la quale si chiude un capitolo e se ne apre un altro: «finalmente si potrà proseguire, senza più alibi, sulla discussione per concretizzare rapidamente il piano industriale in tutte le sue articolazioni, rilanciando, dentro lo stesso, la centralità della qualità e delle condizioni di lavoro in Ast, il rafforzamento occupazionale, la stabilità lavorativa dei diretti e dell’indotto. Su questo e su un nuovo e diverso sistema di relazioni, si misurerà la reale volontà aziendale di riconoscere e coinvolgere i lavoratori e la loro rappresentanza nei processi di sviluppo industriale e occupazionale di Acciai Speciali Terni, e le ricadute che questi avranno sul territorio».

Michele Pennoni Dello stesso avviso il segretario provinciale Azione Terni Michele Pennoni: «La firma dell’accordo di programma Ast èsenza dubbio una buona notizia. Era una condizione assolutamente necessaria per il futuro dell’azienda più
importante dell’Umbria e va accolta con favore. Tuttavia, non possiamo certo esultare per una firma che arriva con almeno tre anni di ritardo. Nel settore industriale, un periodo di tempo così lungo è significativo per lo sviluppo, la crescita aziendale e la creazione di valore. Il tempo non è una variabile indifferente, e perderlo si traduce in una serie di effetti negativi, dalla difficoltà di accedere a posizioni di leadership alla riduzione dell’efficienza e della crescita generale. Azione è sicuramente contenta di questa firma, per la quale, come le forze sindacali in prima linea, ci
siamo spesi anche con azioni parlamentari affinché avvenisse nel più breve tempo possibile. Ma sono
decisamente fuori luogo i festeggiamenti e le esaltazioni che arrivano dalle forze di centrodestra per una firma che giunge con enorme ritardo. Se ci devono essere ringraziamenti, allora vanno rivolti allo sforzo profuso dalla Presidente Stefania Proietti, che ha messo questo tema in cima all’agenda politica e, a pochi mesi dal suo insediamento, si
è giunti a una firma. Non si può certo ringraziare un ministro in carica da quasi tre anni (con costanti
solleciti inascoltati dal territorio).
Ma se qualcuno intende stappare lo champagne per questo accordo, suggeriamo di tenerlo ancora in
frigo. Questo territorio ha conosciuto troppi accordi disattesi e troppe promesse non mantenute».

Azione «Finalmente ci sono le premesse, ora servono i fatti ammonisce Pennoni -. E di tempo ne è già stato speso troppo, non possiamo più permetterci di perderne altro. Gli interventi per il risanamento ambientale, la riqualificazione produttiva del sito e la garanzia del mantenimento (e possibilmente l’incremento) dei livelli occupazionali, la promozione, la formazione e la riqualificazione professionale dei
lavoratori Ast, la neutralità climatica e la riduzione delle emissioni inquinanti sono il cuore di questo accordo. Questi impegni vanno rispettati. Solo allora avremo assistito davvero a un momento storico; altrimenti, avremo assistito alla firma di un altro pezzo di carta. Azione è un partito che fonda il suo stesso essere sul pragmatismo e ritiene necessaria la creazione di
un comitato di vigilanza sul rispetto degli impegni presi. Una volta che l’accordo sarà tradotto in pratica
allora tireremo fuori le bottiglie dal ghiaccio».

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